Cadere sette volte, rialzarsi otto: le vostre storie
Abbiamo ricevuto tante storie per il nostro contest fotografico in tempi di quarantena
Cadere sette volte, rialzarsi otto.
Grazie!!
Le abbiamo pubblicate qui:
"12 maggio 2020
I vincitori del contest
Vincono, a pari merito: Giovanna Scopelliti, Raul Riva, Alessio e Giulia Lupelfa.
Secondi classificati: Elisabetta Menga e Daniele Fumagalli.
Terzi classificati: Claudio Formisani e Cristina Cascino.
Grazie ancora per aver partecipato, le vostre storie ci hanno fatto emozionare!
Ci rivediamo in cammino!
Vincono, a pari merito
8 agosto 2010. Tappa di 30 km nelle mesetas spagnole, alle 3 del pomeriggio ero ancora in cammino sotto un sole torrido, intorno a me nessuno e avevo finito l’acqua già da un po’; ad ogni curva, ad ogni piccola collina pregavo di vedere il paese, ma niente, solo grano a perdita d’occhio. Mi sarei buttata a terra ma continuavo, inesorabilmente e disperatamente, a camminare. Giovanna Scopelliti |
Mi è subito venuto in mente l’ultimo giorno del cammino in Mongolia, quando siamo arrivati al villaggio dei minatori. La stanchezza si è sommata allo sgomento per la miseria di quel villaggio. Qualche giorno dopo il rientro scrissi un racconto su quell’esperienza, su quelle poche ore. Raul Riva |
Settembre 1999 Alessio p.s. ho aggiunto in più la foto degli scarponi che ho scattato al ritorno... |
Agosto 2013. Il mio primo cammino. Un centinaio di chilometri, da Orvieto a Siena. Da sola. Non l’avevo mai fatto e sono impreparata, con uno zaino troppo pesante e delle scarpe troppo sbagliate. Ci sono momenti in cui vado avanti solo per inerzia, ma da subito la strada mi insegna che posso trovare la forza fuori di me: un grillo che salta un poco più avanti, un cinguettìo alto, le farfalle che mi incitano come il pubblico di una gara ciclistica. Quarto giorno: dopo aver assaporato gioie e (soprattutto) dolori del cammino, a un certo punto non ce la faccio proprio più, le gambe sono due legni, mi sono persa troppe volte oggi e i chilometri si sono sommati al sole, alle vesciche, all’acqua che manca. Lo sconforto è totale, ma so che l’unica cosa da fare è continuare a mettere un piede davanti all’altro. PS: poi mi sono dovuta fermare per un giorno, ma da quel momento ho sentito che tutto è possibile, se si ascolta dentro e fuori. A piccoli passi. Giulia Lupelfa |
Secondi classificati
Era il 2017 ed io ero davvero a pezzi. Non per uno, ma per tanti motivi diversi. Elisabetta Menga |
I tuoi riccioli di rame Daniele Fumagalli |
Terzi classificati
DREAMS IN MASKS: Il coronavirus ci ha colpiti in pieno nelle nostre fragilità, nelle nostre abitudini e nella nostra semplice e complicata quotidianità. Claudio Formisani |
Mi capita, a volte, di aver bisogno di rimanere sola con i miei pensieri, spesso dopo una discussione o per preoccupazioni che girano per la testa. In questi momenti l’unica cosa che posso fare è allacciare le scarpe e "imbracciare" lo zaino che è sempre pronto per queste situazioni. Prima di uscire abbasso lo sguardo e c’è lui pronto a seguirmi in capo al mondo. Partiamo io e il mio fedele amico a 4 zampe, (si chiama Prezzemolo lunga storia il suo nome) e camminiamo, di solito verso il "mio posto" ma a volte senza una destinazione precisa. Quel giorno avevo bisogno di un ambiente nuovo, ci dirigiamo verso una zona che non conoscevo molto bene. Dopo svariati saliscendi e curve sull’odiosissimo asfalto (circa 3km di salite e discese, più salite che discese) trovo un cartello di quelli bianchi e rossi che a noi camminatori mettono tranquillità e sicurezza, o almeno per me è così; indica un sentiero che conduce in un paesino vicino, ci penso un po su, già sento la fatica per quel breve tratto percorso, è appena finito l’inverno e la passeggiata più lunga che ho fatto in questi mesi è stata dal divano al giardino; decido di continuare. Ci inoltriamo nel bosco, gli unici suoni che si sentono sono il fruscio del vento tra gli alberi e il cinguettio degli uccellini; davanti a noi il sentiero diventa una discesa rapidissima verso una piccola vallata, non penso che dopo mi aspetterà una salita altrettanto ripida o anche di più e quindi continuo. Arriviamo infondo sul torrente, una vecchia casa diroccata e le mie gambe che alla vista della salita cedono. Mi trovo seduta in mezzo ad un sentiero, stanca e demoralizzata. Andare avanti o tornare indietro, in ogni caso la strada è in salita, come quando ti ritrovi a riflettere su una decisione importante della tua vita, sai che in ogni caso dovrai affrontare la salita e lo devi fare da sola sulle tue gambe. Inizia anche ad essere freddo, è metà marzo e sono su un torrente dall’acqua ghiacciata. Intanto il mio amico salta, corre ed è felice, mi guarda non capisce perché io sia li ferma, viene da me mi guarda e inizia a tirarmi la giacca come a volermi dire "forza, andiamo!" Lo guardo e decido che DEVO continuare, non posso fermarmi lì e non voglio tornare indietro. Cristina Cascino |
Le storie che ci sono piaciute di più ma non hanno vinto
Soffro, amo, perdo, vinco, piango, rido, fuggo, torno, cado, mi rialzo e ricomincio il giro. “KUNGSLEDEN: il re dei sentieri. Il vento soffia continuo e costante. Risvegliati, risvegliati! Franco Voglino e Annalisa Porporato |
Siamo a Gubbio sul "Cammino di Francesco" - Ottobre 2018 Renato è determinato a portare a termine il cammino ma i suoi piedi sono in condizioni disastrose, siamo preoccupati, ad ogni passo cerca di mascherare il tormento ma io lo vedo e me ne dispiace, lo fa perché è un amico d’oro e preferisce soffrire piuttosto che gettare la spugna. Allora penso che se è così testardo e determinato a voler proseguire, forse l’unica alternativa per evitargli il dolore martellante che gli viene dalle unghie nere, dalle vesciche e in generale dalla punta delle dita dei piedi, è tagliare il pezzo finale delle scarpe. Senza neanche farmi finire le parole, Renato prende una scarpa e con il coltello comincia a sagomare la punta, in questo modo trasforma in brevissimo tempo le scarpe in sandali, appena fatto se li prova e cammina, sembra quasi un miracolato, e anche se la situazione è precaria non avverte più quel fastidio continuo e martellante che rende ogni passo un vero tormento. Iniziamo il vero itinerario di oggi, lasciamo le ultime case per inoltrarci nel bosco, la strada da asfaltata diventa bianca, ci voltiamo l’ultima volta per vedere in lontananza la splendida Gubbio... Antonio Giurlani |
"La montagna è maestra di vita, non cresce i suoi figli nella bambagia". Marco Sibilla |
Anche se sorrido ho le ginocchia a pezzi, Giulia Tombolato |
Durante il cammino incontriamo luoghi magici. In questi la natura ci suggerisce il senso della nostra vita: luci, ombre, cambi di direzione e, con sguardo attento, piccole meraviglie. Laura Peretti |
Questa foto è l’arrivo del cammino della Rota Vicentina in Portogallo con Elisa... Roberto Mariotti |
Durante una tappa sul cammino francese per Santiago: giornata piovosa, sono rimasta con poche energie per affrontare le salite con arrivo ad O’Cebreiro. Mi volevo fermare, poi... Ho visto questo sasso. Il cammino l’avevo fatto come promessa a mia sorella morta l’anno prima. Si chiamava Roberta... non mi sono più fermata, continuo a camminare Milena Franchi |
Foto scattata in cima alle Rainbow Mountain, 5300 metri, in Perù. Ultima tappa di un viaggio di 17 giorni dalla costa alle Ande, passando per il deserto. Ai piedi della montagna penso: “Se sono arrivata fin qui, sarà una passeggiata”. Invece, il colpo di grazia. Manca ossigeno nell’aria. Le gambe dure come ingessate e la testa che non risponde più ai comandi. La Natura spinge indietro mentre la Ragione vuole andare avanti. Affanno. Collaudo la tecnica: bisogna concentrarsi sui passi da fare, uno dietro l’altro, continuamente, senza pensare a quanto manca alla vetta. Il paesaggio intorno è desolato e lunare. Fa freddo, le cime sono imbiancate. Cammino oscillando a destra e sinistra. Poi cedo allo sconforto, mi sdraio sulle pietre, pancia all’aria, sguardo al cielo: ce la farò. Mi rialzo. Pochi metri e cado in ginocchio. Mi rialzo, cammino ancora, sempre più lentamente. Mentre lotto con me stessa per scacciare dalla mente un orribile pensiero - ma chi se ne frega di queste montagne colorate, io mi fermo qui – alzo lo sguardo e vedo l’ultima “rampetta” verticale. Un profondo respiro ed eccomi sul crinale della montagna e dopo altri 200 dolorosi, insopportabili, infiniti metri, finalmente in vetta. Mi fermo, non ci credo. Il cielo si apre e illumina la montagna con le sue cime giallo, rosso e verde come nastri di raso sulle morbide curve del terreno. Sono viva, e respiro ancora. Maria Grazia Lombardi, da Bari |
Altre storie che avete condiviso
A fine estate 2008, qualche anno prima di iniziare la stagione dei cammini, un amico organizzò un’escursione sulla Ferrata Dibona, nota per il famoso "ponte sospeso" del film Cliffhanger con Sylvester Stallone. Giorgio Mirandola |
Nei primi giorni di aprile del 2014, con mia figlia Sara, e il cane Shon, abbiamo percorso un breve tratto della via Francigena, da San Gimignano a Siena. Annamaria Castellano |
Mando, con il suo consenso, una foto di mia mamma Paola, nel cammino da San Miniato a Siena fatto, con mia sorella, durante le festività di Natale 2019-2020. Tommaso Paltrinieri |
Mi piace questa foto perché mi ricorda la Via degli Dei... quasi finita la tappa del giorno... quasi arrivati a San Piero a Sieve... giornata caldissima e strada appena asfaltata (ahimè...) ... e la nostra compagna di viaggio non si meritava di scottarsi le zampette... e allora tutta in spalla!!! ... ma davvero la fatica l’abbiamo superata tutti e tre assieme... solo per il fatto di essere assieme... Antonio Brunello |
Si "Mi è capitato in cammino di sentirmi senza forze e scoraggiato, di pensare addirittura di abbandonare", ma poi ad un tratto... Giovanni Marras |
Tra Charlie e me non servivano parole per capirci, il silenzio ci univa allora come oggi. Basta uno sguardo. Giogo Casaglia 2019. Debora Piroli |
Alicudi 2019. Siamo all’ultimo giorno di cammino, in salita. Il sole è alto nel cielo, il caldo è secco e impietoso. Siamo tutti stanchi. Alcuni più degli altri. Tanto che tardano a mantenere il passo del gruppo. Giulia Annovi |
"In tutti i cammini dopo la salita ci aspetta sempre una discesa." Cammino sulla via francigena. Laura Bonato |
Cadere nel 2019, rialzarsi nel 2020. Ultimo giorno del 2019, i cui ultimi mesi avevo percorso con stanchezza e qualche inciampo, senza sapere bene dove andare una volta rialzato. Andrea Beghi |
In ascesa da Pracchia (PT), lungo il sentiero E1. Lorenzo Scacchia |
Foto del 24.06.2018 – Via Francigena del Sud – Tappa S. Giovanni Rotondo-Stignano (S. Marco in Lamis) Sensazioni La gioia che si prova stendendosi sul prato dopo la fatica del cammino è indescrivibile. Si alternano sensazioni di pace e serenità interiore a freschezza e conforto per l’abbraccio della natura. Il sole riscalda e ricarica. L’acqua disseta. Avercela fatta dà una carica eccezionale: dopo il meritato ristoro si riparte senza esitazione per la meta, che il camminatore non riconosce mai essere l’ultima, ma una delle tante. Elisabetta Basile |
"In cammino" è uno dei posti in cui sento di stare molto bene, perciò non ho mai pensato di non avere più forze e di abbandonare. Maria di Gregorio |
Questa foto mi è stata scattata ad inizio febbraio 2018 durante la salita sulla cima del Monte Sacro di Shiva (Tiruvannamalai, Tamilnadu, India del Sud). Melissa Calvi |
L’interminabile arrivo a Radicofani (2017) Alessandra (alesquatry83) |
Quanto sono grata alla vita per aver trascorso tanto tempo a camminare, ad aver sentito il mio passo lieve sulla neve o pesante con gli scarponi, il mio respiro ansimare, il mio cuore battere all’impazzata per le corse o la fatica. Se la mente crea con le lettere, il corpo ora adotta i bastoncini da Nordic Walking per stimolare la parte emi-paretica: all’inizio la mano sinistra viene quasi trascinata, poi un po’ alla volta il braccio la “costringe” a seguire lo schema bilaterale. Col bastone ormai sembravo la torre di Pisa, la schiena e la camminata pativano troppo e con i nuovi attrezzi ginnici affronto prima le buche e la strada lastricata delle città, poi i sentieri in mezzo al bosco e gli sterrati in piano. Infine, come sempre, la mia follia mi porta a sfidare discese ardite e risalite altrettanto ripide. Ho avuto la fortuna di capire quanto si può essere in sintonia col mondo e, soprattutto ora che sono emiplegica, i ricordi del cammino passato riempiono i miei pensieri, niente e nessuno mi impedirà di ritornare a percorrere, questa volta lentamente, nuove vie e nuove strade con l’aiuto dei bastoncini per raggiungere un traguardo più ambizioso: riprendere per mano la propria vita! Eleonora Goio |
Perdere l’equilibrio è un attimo. Ritrovarlo è vita. Cristina Santarelli |
Ho scelto questo scatto perché è un momento di resilienza per me. Mariangela Ienco |
Ho scattato questa fotografia poco tempo fa, mentre camminavo da sola, con un sentimento di profonda angoscia. Notavo, però, che incontrare lo sguardo di qualche animale sul cammino, ero in grado di provare un breve istante di sollievo. Cani, uccellini, lepri... Fino a lui, anzi, a loro. Erano insieme, ma fondamentalmente ognuno se ne stava per conto suo. Solo quando mi sono avvicinata, entrambi mi sono venuti incontro. La cosa mi ha fatto riflettere perché sono venuti verso di me spontaneamente. L’apertura, la curiosità verso l’Altro di certo non gli mancava... Erano estremamente silenziosi e ciò rendeva le loro movenze ancora più dolci. Il sole esaltava i loro bellissimi riflessi marroni/ramati e sembravano essere davvero in pace con il mondo. Probabilmente si tratta di una mia proiezione... Ma la delicatezza e la dignità che caratterizzava il loro esistere all’interno di quel recinto, mi ha dato una forza straordinaria. Di certo l’ansia dovuta all’impazienza del raggiungimento di un mio benessere è scemata... Loro mi hanno insegnato ad accogliere il tempo che passa lento, che si dilata. Senza forzarlo, sarebbe impossibile, e senza cercare di riempirlo per forza. Anzi, piuttosto, lasciandomi riempire. Ora sono qui, come quei due bellissimi cavalli, nella mia lotta quotidiana tra me e me stessa, accogliendo l’immanenza delle cose e lasciando che tutto scorra, lentamente, semplicemente. Silvia Contorno |
Agosto, via Francigena. Alessandra Tale |
Un momento di consapevolezza di un grande equivoco nei confronti di me stessa e la foto è una sorta di punto zero, di inizio di un nuovo inizio. Laura Lombardi |
8 giugno 2018, la mia prima chemio. Quei raccordi lo fanno sembrare un albero e mi fanno nascere l’insopprimibile desiderio di andar per boschi, io che sono una ‘bambina di città’. E questo desiderio mi porterà al mio primo Cammino con voi. Cadere sette volte e rialzarsi otto. Ci vediamo presto. Silvia |
Di quella volta che Illica mi mostrò che la resilienza è degli atleti di Dio (semi cit.) Chiara Zanlorenzi |
Vorrei condividere con voi questa foto scattata durante il camiño do faro, Spagna, che si estende da Malpica a Finisterre. Stremata dal cammino, la natura ha guarito mali e dolori. Ricordo l’arancione del sole vivacizzare l’azzurro del mare, la risata dei gabbiani addolcire la forza delle onde, le impronte e l’anima dei pellegrini unirsi a Madre Natura. Federica Mognoni |
Monteriggioni, novembre 2019... gli ultimi 4 km a fine giornata per ritornare al rifugio... al buio e in salita... lo ricordo come momento difficile... superato :) Saluti, Karin |