Camminare e accettare gli imprevisti
Dal decalogo Filosofia del camminare:
“Cercherò di accettare gli imprevisti.Niente è irrimediabile e durante un cammino gli imprevisti sono all’ordine del giorno. Perdere un sentiero, arrivare col buio, non trovare viveri là dove si aspettava, sono imprevisti che spesso hanno qualcosa da insegnarci”."
19 gennaio 2014
Rovo nella neve – disegno di Roberta Ferraris
È difficile accettare gli imprevisti. Il camminare ci deve però insegnare ad accettarli.Se no non possiamo dirci camminatori.
Prendo spunto da un paio di accadimenti avvenuti durante i viaggi di Capodanno organizzati dalla Compagnia dei Cammini, per una riflessione su questo. Nel viaggio del Gufo Gigi in Piemonte, in tutta la valle è mancata l’acqua per tutto il periodo del soggiorno. La protezione civile distribuiva l’acqua, e nellaComunità Famiglia che ospitava il gruppo ci si è dovuti arrangiare con pentoloni di acqua per lavarsi e mestoli per fare docce improvvisate. Siè riflettuto molto sul valore dell’acqua. Nel viaggio in Abruzzo, qualcuno ha fatto la doccia un paio di volte con l’acqua fredda, per un guasto improvviso. E qualcuno ha dovuto condividere un bagno con un’altra persona, senza saperlo prima.
Piccoli imprevisti? Grandi imprevisti? A voi giudicare. Per alcuni possono essere piccoli, per altri possono essere causa di un grosso disagio. E i vissuti vanno rispettati. Ma l’imprevisto è parte essenziale di un viaggio, di un cammino. Possiamo viverli male, o trasformarli in insegnamenti. Il viandante, volente o nolente, agli imprevisti cammina incontro.
LG
Fonte: il cammino n. 93 Camminare e accettare gli imprevisti
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