Di buon passo nell’Appennino che resiste /9

Continuiamo il racconto di Salvatore del suo tour in Appennino con la bicicletta (gravel) alla scoperta di chi resiste. Questa volta è giunto nel paese da cui parte il Sentiero dell’Inglese, cammino tra quelli facenti parte della Rete della Compagnia dei Cammini, coordinato dalla nostra guida Andrea Laurenzano.

Redazione CdC
18 marzo 2025

Pentedattilo grecanico

Dopo una pausa di due giorni a Reggio Calabria, durante la quale ho visitato il Museo Archeologico Nazionale e ho ritrovato Demetra in un piccolo capolavoro in terracotta del IV secolo a.C., raggiungo Pentedattilo, un paese abbandonato alle falde dell’Aspromonte all’inizio degli anni ’70 a causa di una frana incombente che, però, non si è mai verificata. Un pugno di case sotto una curiosa roccia con cinque pinnacoli che ricordano le dita di una mano, tra masse spinose di fichi d’India, oltre le quali si svorge il mare.
Mi accoglie Madeleine, una ragazza belga di Bruges, arrivata in bicicletta e che ha deciso di fermarsi per un po’ di tempo da Rossella Aquilante, una delle diciotto donne pastore del film di Anna Kauber In questo mondo, vincitore di numerosi premi nazionali e internazionali. Con un cast tutto femminile, la Kauber esplora un mondo non antropocentrico ed enfatizza la possibilità di trovare un sano equilibrio tra il progresso e la sostenibilità, tra uomini e donne, essere umani e animali.
A Pentedattilo vivono stabilmente tre persone: Rossella, che gestisce un B&B, un piccolo ristorante e alleva capre aiutata da Maka, un giovane del Mali che sopravvissuto alla traversata dalla Libia, e Daniela, che ha aperto una bottega artigianale e lavora a macramè.
Sul terrazzo di Rossella c’è anche Francesco, che sta ristrutturando una piccola abitazione per farne un B&B.
Parliamo di Appennino, di restanza e di giovani. Rossella li esorta a non partire: “Prendete coscienza, guardatevi intorno, inventatevi i lavori, nuovi lavori. Non andate al Nord, quì c’è tanto da fare! Insieme possiamo far rivivere questa terra meravigliosa”.
Da Pentedattilo ha inizio il “Sentiero dell’inglese”, che ricalca le orme del viaggio compiuto verso la metà dell’Ottocento da Edward Lear, scrittore, pittore e viaggiatore inglese, autore tra l’altro del Book of Nonsense, nella parte grecanica dell’Aspromonte.
Qui infatti gli abitanti, eredi delle migrazioni della vicina Grecia, parlano ancora l’antico greco di Omero.
Pregevoli sono i suoi disegni, e ancor più i suoi racconti di viaggio: “A notte la luna era piena; la grande vallata era silenziosa, a parte il cricchettio di miriadi di cavallette; una regione solitaria ma maestosamente bella”.
Un altro grande viaggiatore ha percorso le fiumare di Calabria: un olandese, Maurits Cornelis Escher, negli anni Trenta del secolo scorso, definito il “pittore matematico”, costruttore di geometrie e mondi paradossali. Le litografie di Pentedattilo - quattro per la precisione - la raffigurano da diverse angolazioni. In una, in particolare, si avverte tutta la stupenda drammaticità del paesaggio: il cielo solcato da rade nubi, la rocca cupa e inquietante, il bianco centro abitato che spicca come prezioso tesoro custodito da una mano protettiva e l’arida sterpaglia della campagna circostante.
Salvatore Capasso