Di buon passo nell’Appennino che resiste /4
Continuiamo il racconto di Salvatore del suo tour in Appennino con la bicicletta (gravel) alla scoperta di chi resiste.
6 gennaio 2025
Gal Hassin: eredità araba e astronomia
Gli arabi hanno lasciato una eredità tangibile: i nomi. “Hassin” significa torrente freddo, mentre “Gal” è il nome arabo di Isnello. Pino Mogavero è un uomo piccolo di statura, con i piedi ben saldi a terra, la fronte ampia, la barba rada e gli occhi stanchi per le tante battaglie combattute. È sorpreso del mio arrivo in bicicletta. Gli chiedo di raccontarmi la sua storia mentre visitiamo Gal Hassin, il parco astronomico di Isnello. Sindaco per quattro mandati, Pino non si è mai arreso, in quest’angolo di Sicilia difficile, nemmeno quando, nel 2002, il nuovo sindaco rimosse il cippo in memoria di Peppino Impastato. Rieletto cinque anni dopo, lo rimise al suo posto. Militante di Rifondazione Comunista, ha lottato tenacemente per realizzare un polo astronomico di eccellenza.
La storia di Gal Hassin è singolare. Il cielo delle Madonie ha un bassissimo inquinamento luminoso e una posizione ideale per osservare il centro della nostra galassia. Nel 2009, Pino ottenne un finanziamento dal CIPE di 7,4 milioni di euro, e nel 2016 il progetto prende forma. Un osservatorio astronomico non ordinario. Il telescopio di monte Mufara è unico al mondo. Sabrina Masiero, astrofisica della provincia di Belluno che lavora al Centro con due astronomi, tre operai e un impiegato, mi spiega che è un telescopio a “grande campo”, agilissimo, capace di scrutare una parte di cielo pari a 25 volte il diametro della luna piena.
L’ESA, l’Ente Spaziale Europeo, a breve installerà su monte Mufara un Flyeye, il primo di quattro telescopi sentinella al mondo per il rilevamento degli asteroidi. Gal Hassin contribuirà anche alla missione ARIEL per la ricerca degli esopianeti. Una eccellenza mondiale nata dalla visione di un piccolo grande uomo. Ogni anno il Centro accoglie 14.000 visitatori da tutto il mondo e contribuisce in maniera significativa alla ricerca scientifica in campo internazionale. Intanto Isnello si spopola.
L’indomani raggiungo Castelbuono, un paese a soli dieci chilometri da Isnello, che conta 8.016 abitanti al 31 dicembre 2023. Nel centro del paese, sulla strada che porta al castello, mi fermo davanti a un chioschetto di bottiglie. Mi viene incontro Franco Corradini che mi invita a un assaggio. Scambiamo due parole e mi siedo al tavolo del bar vicino. Parliamo della fortuna di Castelbuono: la manna, il panettone di Fiasconaro, considerato il migliore d’Italia. Perché Castelbuono resiste e Isnello si spopola? Franco spiega che la vicinanza a Cefalù, la buona viabilità e l’accoglienza fanno la differenza.
Da maggio a settembre il paese è in festa: il festival Ypsigrock richiama appassionati di musica alternativa da tutto il mondo. Ci sono il teschio di Sant’Anna, le scuole, trenta ristoranti, e la manna estratta dai frassini. A Castelbuono la raccolta differenziata, effettuata con gli asini, racconta l’equilibrio tra tradizione e innovazione. Un mix vincente che attrae visitatori e contrasta l’abbandono. Chiedo a Franco perché Isnello, che vanta una eccellenza in campo internazionale, non riesca a eguagliare Castelbuono. Serafico mi risponde: “La gente vuole divertirsi, la scienza non le interessa”.
Salvatore Capasso