Diario di Zefiro da Kalymnos
Il vento entra nella pelle, trova il suo spazio nel mio cuore, riesce sempre a comunicarmi piacere e forza, riduce le tensioni, pianifica la mia rotta, il mio cammino procede dentro e fuori di me esaltando la mia voglia di vivere attraverso e nella natura. Ci sono musiche che vanno in profondità, silenzi che s’immergono nel mio essere, note musicali per accordare tutto il mio essere con gli elementi che mi circondano. Seguire l’istinto giovanile, anche se gli anni passando segnano un po il corpo e lo spirito. Una musica oggi viene ad incitare le mie dita a schiacciare tasti neri di un computer. Tablas, oboe, clarinetti, violini, musiche greche con influenze medio orientali a dichiarare al mondo che tutto è unito. Occidente, Oriente, Nord e Sud. Tablas che vanno in sintonia con la dolcezza di un clarinetto mentre un flauto dolce saltella come un delfino tra le onde di un mare luminoso. La vita è come questa musica che ascolto, è silenzio, meditazione, profondità, armonia, dolcezza, forza, leggerezza, semplicità, gioco, dolore, perdono, ascolto, collettività, unione, rispetto...come potervela fare ascoltare? Le montagne di Kalymnos che scorrono sulla destra dello Zefiro,le vele bianche gonfie del vento del sud, violini e strumenti antichi che occompagnano questo lento andare, note di un sitar a richiamare carovane in movimento, danze e sorrisi.
La vita scorre e va, noi siamo qui e vogliamo esserci vivendola fino in fondo. Le percussioni prendono il loro posto in questo magico momento, sono note che escono dalla pelle pigiata, battuta, dando il ritmo a tutta la vita da percorrere e a quella fatta. La musica mi accompagna in ogni gesto da molto tempo anche se a volte non la sento è dentro di me.
Il vento è vivo e ci spinge che possa farlo per tutti noi.
Thank you for caming by side your boat “ETERNAL LOVE”.
Abbiamo conservato questo bigliettino attaccato a una bottiglia di rom de Cuba, Havana club riserva.
L’abbiamo trovata nel pozzetto della barca come omaggio alla nostra disponibilità a farli ormeggiare di fianco a noi, non c’era più posto e l’unica possibilità era quella di accoglierli vicino dando il passaggio sulla nostra Zefiro per poter scendere a terra. Noi abbiamo fatto un gesto naturale come tutti dovrebbero fare. Gente di mare legata a quel filo di solidarietà umana, "dai che ti sarà dato". Siamo a Kalymnos e precisamente nel fiordo di Vathi, di tanto in tanto approdiamo in questo magnifico e unico luogo che mi trasporta alle mie origini, alla mia terra di agrumi e agricoltura. Una vallata coperta di verde, con odori che risvegliano i ricordi di una terra che ho lasciato da molto tempo e forse in parte stravolta. Qui in questo luogo si ritorna alla tranquillità di una vita di campagna, non c’è nessuno che grida, nessuno che corre, nessuno che vende casa, sono ben radicati resistendo alle crisi e ai miraggi di terre lontane dove cercar lavoro.
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