La guida Agliata incontra Bernard Ollivier
Camminando, quest’uomo ha salvato se stesso e sta salvando molte altre persone. Un breve incontro di presentazione del suo ultimo libro in italiano mi ha dato modo di scambiare brevemente con lui due parole a Milano lo scorso 13 marzo durante l’evento “Fa la cosa giusta”. Ero molto interessato non solo perché il titolo del libro La vita comincia a sessant’anni mi riguarda direttamente ed urgentemente, ma soprattutto per la profonda esperienza altruistica che Ollivier incarna e propone.
1 maggio 2015
Giornalista e scrittore (oggi ha 77 anni ed ha all’attivo migliaia di chilometri tra Via della Seta, Parigi/Istanbul e molti altri ancora), all’arrivo della pensione, Monsieur Bernard sprofonda in una forte depressione e tenta il suicidio: si salva e poi un giorno arriva “la scintilla”, esce di casa e parte a piedi da Parigi verso Santiago de Compostela per ritrovare motivi per vivere. L’incontro con due ragazzi belgi che camminavano per non scontare le loro pene in prigione è il momento fondamentale della nascita dell’idea di creare un’associazione per il recupero dei minorenni condannati attraverso l’educazione senza l’uso della repressione: come?? Attraverso cammini di lunga percorrenza, anche di due/tre mesi, da effettuarsi all’estero con la modalità 1 operatore/1 ragazzo. Nasce così “SEUIL” (la soglia, il confine) progetto che impiega qualche anno a partire affrontando problemi e lungaggini proprie del quasi mai facile rapporto con le burocrazie degli enti preposti (vari ministeri, polizia etc. etc.) a valutare i molteplici aspetti di questa proposta innovativa. Con caparbietà e tenacia SEUIL decolla ed è pienamente operativa.
Con 14 euri al giorno a testa (questo il budget), operatore e ragazzo iniziano a camminare per non meno di 2.000 km: anche questo obiettivo di percorrenza è una “soglia” che renderà alla fine il ragazzo fiero di avercela fatta, che lo rimotiverà nel profondo e che gli darà quella sostanza che la società non gli ha mai dato. Passo dopo passo arriva un’apertura al mondo che prima non c’era ed arriva soprattutto la responsabilità di se stessi. Il cammino è relazione e relazione è contatto ed ascolto: è proprio l’ascolto che questi ragazzi giovanissimi non hanno mai avuto ed è l’ascolto uno dei più grandi “regali” che il cammino gli donerà e di cui faranno tesoro.
Idan e il suo educatore Valérian, durante il loro cammino in Spagna. Foto: Charlotte Bienaimé (France Culture)
Qualche dato per riflettere: solo il 15% dei ragazzi che hanno partecipato ad un cammino ricade in un crimine mentre, scontando la propria pena in carcere, si arriva ad una recidività di ben l’85%. C’è anche un aspetto economico non secondario: tenere un ragazzo in carcere costa complessivamente circa 1.500 euri al giorno, mentre in cammino il costo è 8 volte di meno. E gli operatori?? Nessuna professionalità richiesta a priori, solo gente di gran cuore e pronta ad offrire una grande disponibilità responsabile: in linea con il carattere altamente etico e morale del progetto, l’adulto lavora con il ragazzo 3 mesi e viene pagato per 5 mesi.
Un carcere minorile è predisposto mediamente per accogliere 50 ragazzi: l’obiettivo che SEUIL si è data è quello di far chiudere un carcere all’anno. Merci Beaucoup, Monsieur Bernard!!!
Mauro Agliata
"