Libero selvatico empatico
Che bagagli di consapevolezza conviene avere se ci si mette in cammino?
Non mi interessano definizioni, ma un’idea e un progetto da confrontare con chi ama la ricerca e la curiosità.
Voglio essere libero.
Di scegliere la strada che più mi attrae. Di sperimentarla senza pregiudizi. Di non sottostare a obblighi e divieti di alcun genere. Di andare dove e come e quando desidero. Libero di non andare, anche. La mia libertà deve rispettare la tua: certo, è la base stessa di ogni convivenza. Ma perché un altro dovrebbe dirmi o, peggio, impormi di vivere in maniera diversa da quella che la mia natura mi suggerisce?
Voglio essere selvatico.
Che è non limitarsi ad un presunto buon senso, mio o collettivo. La razionalità non è sempre una buona guida. Il che non vuol dire che possiamo del tutto ignorarla. Ma un buon pensiero è astratto e inefficace se non è sorretto da una forza vitale ben interpretata. Voglio essere attento a ciò che sento veramente, alle emozioni ed agli umori tutti. Attento al mio corpo, nella sostanza. E, di più, visto che non sono una macchina, voglio ascoltare e dare retta alla saggezza profonda che da me scaturisce ogni notte, attraverso i sogni. Se il mio pensiero è in dialogo continuo col mio corpo e con i miei sogni, ho qualche probabilità di non tradire ciò che in realtà sono.
Voglio essere empatico.
So che non mi devo fidare dell’apparenza, che porta ad illudermi di una diversità ed autonomia da ciò che mi circonda. Non sono fatto di una sostanza differente da quella che compone il mondo e l’universo tutto, con cui mi trovo in relazione inscindibile. In più, appartengo a una specie animale che ha nell’affettività la sua matrice fondante. Stare bene non è, allora, potenziare una individualità inesistente, vista la mia totale interconnessione e dipendenza dalla Natura. Sarò felice solo se conosco e uso lo strumento di cui sono dotato, l’empatia, che mi permette di mettermi “nei panni dell’altro”, sia che si tratti di oggetti animati che inanimati.
Uno sguardo al “chi sono io” ed uno al “cosa il mondo fa di me”: questo è un equilibrio soddisfacente per non perdermi in un percorso che è sempre da reinventare.
Libero selvatico empatico
Voglio portare queste parole chiave nel mio zaino.
Il cammino è un’arte non facile né scontata.
Mi serve sapere quello che davvero conta.
Specie in quest’epoca di confusione e insensatezza.
Guido Ulula alla Luna