Molti modi diversi di camminare
di Luigi Nacci.
“In questi anni sempre più gente cammina, e ciò è un bene. Ci sono tuttavia molti modi diversi di camminare - tutti legittimi: c’è un gesto atletico attento al cronometro e ai dislivelli effettuati; c’è la passeggiata scacciapensieri, dove mettere un piede davanti all’altro corrisponde a una fuga dai problemi quotidiani, una sorta di svuotamento; c’è l’atto di conoscenza, sia del naturalista o dell’antropologo o dello storico o del reporter che annota senza sosta, fotografa, si apposta in attesa dell’incontro con l’animale o l’essere umano; c’è il pellegrinaggio del credente diretto a un santuario; e poi c’è qualcosa di indefinibile e luminoso, che va sotto il nome di viandanza.
Mettersi sulla strada della viandanza significa assumere su di sé dei rischi. Lasciare la propria identità sull’uscio di casa, non fare cieco affidamento sulle mappe, non comprare biglietti di ritorno, avere lo stretto indispensabile, anche meno, per essere costretti a chiedere: acqua, cibo, ospitalità. Non pianificare, non segnare le vie, non essere sicuri di arrivare in fondo, avere lo zaino pieno di dubbi, meravigliarsi a ogni passo, affidarsi al cammino. La viandanza è una via che danza e una danza sulla via, una forma di gioia che mescola la parte stanziale e quella nomade che sono in noi.”
Le isole della viandanza, prefazione di Luigi Nacci al libro “Cherso e Lussino”
14 settembre 2020