Nel tiglio di Macugnaga le anime mormorano in latino

Rubrica: Le bocche fiamminghe. Grandi alberi scavati dal Tempo

Autore: Tiziano Fratus

Stazione 3: Nel tiglio di Macugnaga le anime mormorano in latino
Regione: Piemonte
Val d’Ossola, Macugnaga (VB)

«La differenza importante fra il Tao e l’abituale idea di Dio è che, mentre Dio manifesta ilmondo col farlo (wei), il Tao lomanifesta “senza farlo” (wu-wei), ilche approssimativamente corrisponde a ciò che noi intendiamo con la parola“crescita”. Difatti le cose fatte sono costituite di pezzi separati messiinsieme, come le macchine, o sono cose modellate dall’esterno verso l’interno,come le sculture. Invece le cose sviluppate si dividono in parti, dall’internoverso l’esterno […] un universo che si sviluppa esclude totalmente lapossibilità di conoscere il modo della sua evoluzione nei termini imperfetti dipensiero e linguaggio» [da La via dellozen di Alan W. Watts, Feltrinelli].
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30 maggio 2016

Le bocche fiamminghe. Stazione 3: Nel tiglio di Macugnaga le anime mormorano in latino. Autore: Tiziano Fratus

Quanto mai utilequesta distinzione concettuale per comprendere quale mondo si trovi di fronteil cercatore d’alberi, l’uomo radice, il dendrosofo, lo studioso di forme. Igrandi alberi e fra questi le nostre “bocche fiamminghe” sono emblema di questolavorio che nasce dal cuore e si dirama all’esterno, in continuo, per l’interasua esistenza. Finché, ad un certo punto il Dio creatore si fa avanti e lanotte inizia a scavare dall’esterno all’interno, pro-crea spazio, scolpisce itronchi, i rami, il legno. Nei nostri totem viventi il Dio dei Cristiani e ilTao cooperano, finché Madre Natura consente.

Macugnaga è unalocalità in Valle d’Ossola, siamo a nord est della lucente Verbania, cittàd’acqua ed invenzione toponomastica del fascismo. È scenario della culturaWalser, comunità che parla una lingua di matrice germanica. Percorrendo lestrade del paese si ammireranno le tipiche abitazioni in legno scuro, segnoinequivocabile di una cultura ben radicata alla terra. Si parcheggia nelcentro, vicino al municipio, in via Lafore, si transita davanti al Museo dellaMontagna, in via Horlovono, via Chiesa Vecchia e si arriva al cimitero doveriposano anche le spoglie di guide alpine e di vittime del Monte Rosa. Davantial cimitero c’è il tiglio, una concentrazione di cortecce e di spaccatureposata sulla terra, divorata internamente dal buio e dai segreti della gentedel paese che qui vengono a riversare, preferendo questa alla consuetudine chevede il prete seduto nel confessionale. Il tiglio appartiene alla specie Tilia platyphillos, detto tiglionostrano o nostrale, cresce in centro Europa e si spinge fino ai 1500 metri.Una vecchia foto di inizio Novecento lo riproduce molto più alto e slanciato.L’albero ha ricevuto cure ed è stato imbrigliato nel metallo, per aiutarlo anon cedere alla furia ceca del tempo. Non mi sono mai osato a oltrepassare illimite imposto da una staccionata. Conservo il timore di danneggiarlo, o dioffendere qualche paesano che viene a salutarlo. Così mi attengo alle cifredella Regione Piemonte, datate di un decennio ma comunque indicative: 833 cm dicirconferenza. Viene stimato fra i 650 e gli 800 anni, facendone uno dei duealberi più longevi della regione (l’altro è il mastodontico larice diPietraporzio).

Le bocche fiamminghe. Stazione 3: Nel tiglio di Macugnaga le anime mormorano in latino. Autore: Tiziano Fratus

Una bachecacustodisce la poesia di Carlo Ravasio, giornalista e poeta milanese(1897-1979):

Dal 1200
intorno a questo tiglio
si adunano
per civili incontri e mercati
genti delle valli nostre e straniere
sotto la sua ombra
con animo patriarcale
si amministrava la giustizia
trascorsero le generazioni
amandolo e venerandolo
sempre
anche voi che ora passate
rispettate il vecchio alberoperché vegeti e duri
ancora e nei secoli
onore e simbolo
di Macugnaga nostra.
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