Le antiche vie
Se ancora non conoscete Robert Macfarlane, questa è l’occasione giusta. Camminatore, critico letterario, scrive per il Guardian e lavora per la BBC, insegna all’Università di Cambridge, e soprattutto scrive in cammino. Dopo Luoghi Selvaggi, un altro libro bellissimo che abbiamo già recensito qui, ecco The Old Ways. Journey on Foot tradotto in Le antiche vie. Un elogio del camminare. Come scrivevo nella recensione del libro precedente, il valore della scrittura di Macfarlane è nella sua capacità di passare dal piccolo al grande, dal vicino al lontano, con grande sapienza. Le antiche vie racconta dei cammini che Macfarlane ha fatto, molti in Gran Bretagna, altri in Palestina, in Himalaya, in Spagna. Di ogni cammino Macfarlane racconta i dettagli che colpiscono i suoi sensi, in diretta: un sasso, il colore di una roccia, una traccia di animale, la vegetazione intorno. Ma il racconto è molto di più, è un incontro con storie del passato o del presente. Può essere l’incontro casuale con un personaggio particolare, può essere la ricostruzione della vita di uno degli autori che hanno ispirato a Macfarlane l’amore per il camminare, tra tutti il poeta inglese Edward Thomas, o il pittore Eric Ravilious (di cui vedete un quadro qui sotto). Ecco che Macfarlane costruisce delle “biogeografie”. Quindi si parte dalla materia (i capitoli si intitolano come la materia dominante di quel territorio: Gesso, Limo, Granito, Calcare, Ghiaccio, Selce, Torba), si passa dalle specie viventi per finire all’uomo, alla sua poesia e alla sua arte.
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24 agosto 2014
