Franco Michieli ormai lo conoscete tutti. Conoscete la sua filosofia del perdersi, la sua arte dell’esplorare, il suo essere prolifico scrittore, la sua attività con la Compagnia dei Cammini. Ma come ha iniziato? Michieli lo racconta nel suo nuovo libro, uscito nel periodo del lockdown. Era l’estate 1981, e Franco poche ore dopo il termine degli esami di maturità partì per un cammino di 81 giorni, dal mare di Ventimiglia al mare di Trieste, lungo tutte le Alpi, circa 2000 km, 219.000 metri di dislivello, di cui la scalata di 25 cime tra le più significative delle Alpi. Dopo 40 anni Franco ha ripreso in mano il suo diario di allora, e lo ha elaborato con l’occhio dell’adulto di oggi. Quindi a parlare non è il giovane Franco, ma è l’esperto Franco che rivede il suo percorso iniziatico. Un lavoro quasi terapeutico su di sé, verrebbe da dire.
Cosa ci trova il lettore? Senz’altro una grande avventura giovanile, fatta di notti all’aperto, scalate, temporali, grandi entusiasmi, grandi amicizie (Franco era sempre accompagnato da un amico diverso, gli amici si scambiavano il testimone, un sacchetto di sassolini preso sulla spiaggia di Ventimiglia); ci trova il confronto tra i sogni di un diciottenne di ieri, anche se fuori dagli schemi e consapevole di esserlo, e quelli di oggi; ci trova un mondo più coraggioso, con meno paure, genitori che sostenevano ragazzi in imprese come queste senza l’eccesso di protezione e bisogno di sicurezza che ci sta soffocando.
Sarebbe possibile un’avventura come quella di Michieli oggi? Ho dei dubbi. Intanto si dovrebbe partire senza connessioni di alcun genere, comunicare con l’esterno una volta a settimana da un telefono pubblico, ma vi rendete conto? Oggi Michieli sarebbe un travel blogger, che mentre cammina racconta tutto quello che vede in diretta, con il suo Iphone montato sul braccetto telescopico per essere sempre inquadrato mentre cammina. Avrebbe migliaia di followers, che da casa lo seguirebbero e tiferebbero per lui mandandogli tante faccine di approvazione. E che empaticamente soffrirebbero mentre lui soffre un freddo boia nella tormenta di pioggia e neve (e qui tante faccine tristi…). Franco nel 1981 ha fatto una doccia calda in 81 giorni. Il travel blogger di oggi, dovrebbe farla tutte le sere per essere strafigo davanti alla telecamera. Per non parlare dei pantaloni alla zuava, dai Franco, sono decisamente out! Pantaloni e maglietta attillati per far vedere muscoli e tatuaggi!
Franco Michieli – “L’abbraccio selvatico delle Alpi”, Ponte alle Grazie 2020 – 18 euro
Recensione di Luca Gianotti, scritta per il cammino /226