Un tempo, un tempo c’era un paese

“Un tempo. Un tempo c’era un paese, quattro case arroccate sopra la collina. Il paese dove il padre di Giacomo è nato e cresciuto prima di diventare rifiuto tra i rifiuti. E lì c’è una casa da tempo dimenticata, ferita dalla terra che trema. Sono fremiti continui, sospiri che salgono come bolle d’aria dalla profondità dell’oceano, lamenti di dolore e di rabbia di una terra offesa che l’uomo, ingannato dal grido della sua onnipotenza, non sa più ascoltare. È lì che Giacomo può tornare, vuole tornare, deve tornare, per imparare di nuovo a camminare, passo dopo passo. Un nuovo inizio, prima che tutto finisca, per riallacciare questo presente ad un passato, per ricostruire una memoria come un sentiero sul quale tornare a sperare.”

Daniele Moschini
20 marzo 2025

Augusto Ciuffetti, docente di storia economica all’Università Politecnica delle Marche, conosce i paesi d’Appennino e la loro storia, perché Augusto studia le società, le economie e le culture appenniniche. Ci cammina, anche, nei paesi del dopo terremoto con le case storte e i grandi vuoti lasciati dalle spianate degli abbattimenti, lui originario di Pievebovigliana, in provincia di Macerata nel Parco dei Monti Sibillini, paese anch’esso colpito forte dal sisma del 2016-2017. Nel suo andare a conoscere storie, Augusto Ciuffetti riannoda pensieri, fatti e ricordi, e ce li restituisce sotto forma di romanzo. Una scrittura poetica a tratti dove si avverte l’urgenza di raccontare ciò che davvero sta a cuore. Così può raccontarci di Giacomo, del quaderno che suo padre Paolo gli ha lasciato, e del suo ritorno al paese d’infanzia toccando temi oggi centrali: lo spopolamento dei paesi nell’eterna crisi della società contemporanea, il terremoto ovviamente, la ricostruzione immobile poi strozzata e poi a singhiozzo partita; di chi, come Cesare, “sarebbe potuto andare via tante volte e invece è rimasto perché non poteva lasciare il paese proprio in quel momento”. Poi c’è Giulia, che cerca una risposta ad una sua ribellione nella fuga temporanea in uno dei paesi sconquassati dal sisma. Ci sono i luoghi amati da Augusto: i sentieri, i tratturi dei Sibillini che portano sullo splendido altopiano di Macereto dove trovare l’omonimo e antico santuario dei pastori e delle greggi transumanti e le montagne, imponenti e dure, a far da cornice. Quei “monti azzurri”, come li descriveva l’altro Giacomo, Leopardi, sommo poeta marchigiano, che Augusto omaggia proprio nel nome del protagonista del romanzo. Sono certo che il camminare da sempre di Augusto in queste terre ha creato questa urgenza messa nella scrittura, che ci fa amare Giacomo e Giulia che salgono in montagna per vedere tutto dall’alto e mettere a confronto i loro mutamenti e trasformazioni con quelli dei paesi che hanno trovato. (Daniele Moschini)

Augusto Ciuffetti, “Un tempo, un tempo c’era un paese”, Rubbettino editore, 2024, 14 euro.

Daniele Moschini accompagna nel 2025 alcuni cammini in questi luoghi: 10 maggio Cammino nelle Terre Mutate parte 1; 12 luglio Cammino nelle Terre Mutate per volpi selvatiche; 7 settembre Cammino nelle Terre Mutate parte 2.