I bambini che camminano… osano
Un signore sulla sessantina che gestisce un agriturismo utilizzato per le avventure del Gufo Gigi non si capacitava di cotanta temerarietà.
Una piscina, bella, in posizione panoramica invoglierebbe chiunque a un tuffo. Premesso che il 15 di aprile è solito non essere una stagione cosiddetta calda, e in effetti non lo è neanche per quanto riguarda questa.
Ma i bambini camminanti sanno che nulla è impossibile e infatti una piscina, per loro, è una grande vasca di acqua.
Bella e possibile. E soprattutto usabile.
Avventure del Gufo Gigi di Pasqua. Colli livornesi.
Un posto bello silenzioso e ridente. Un agriturismo accogliente e solito a ospitare comitive, gruppi e famiglie che arrivano in loco per passare una giornata a pranzo, qualche chiacchiera nelle poltrone in giardino e arrivati in auto, passano un po’ di tempo tra il sollazzare sornione e poca voglia di guardarsi intorno.
Famiglie normali, amici che se la passano con qualche ora di svago.
Poi arriva la banda dei cammini bambini; di quelli che l’agriturismo è un luogo da vivere da abbracciare in toto.
Succede che dopo una giornata in cammino in cui i piccoli camminatori hanno calpestato sentieri e margini boscati di macchia fitta e polvere di strade in selvaggio manto chiedono di fare un bagno. Temperatura esterna gradi 10, quella dell’acqua molto meno.
Come era poi quell’acqua di qualche ora prima; che era acqua di mare, salata ma uguale nel freddo di onde saltellanti.
Movimenti d’acqua in un infinito di blu salterino, di spuma e velieri all’orizzonte davanti a qualche isola.
Io cinquantenne guida da tanto e perciò in fase iniziale di anzianità non mi posso tirare indietro davanti a una richiesta bambina plausibile.
Dopotutto da sempre dico che i bambini esploratori sono belli e hanno gli occhi grandi.
Se c’è una piscina e i bambini vogliono fare il bagno io ci sono!
Mi tuffo.
I bambini in pochi istanti sono già in costume e mi seguono.
Bagno collettivo sotto gli occhi sgomenti del gestore a bordo vasca.
Lotta, gioco del cavallo (asino), rugby acquatico.
Acqua ovunque, sorrisi felici e genitori a bordo vasca a fare foto.
Nessuno è eroe, tutti siamo normali.
Visti dagli occhi estranei forse un po’ strani ma quegli occhi estranei non camminano, guardano espansi perché non sanno cogliere la parte libera che c’è in quei bambini.
Perché i bambini che camminano, che affrontano salite e sudore, assumono sulle loro spalle, sulla loro pelle, quel senso di saper osare, di provare e di non retrocedere davanti a una sfida.
I bambini camminanti vogliono provare, trovano l’entusiasmo dentro allo zaino del loro coraggio.
La vita è un saliscendi, è un sentiero che porta lontano, ma non è privo di buche e tranelli, trappole e ostacoli.
Il cammino è educativo in sé non solo perché porta a essere più forti e convinti, ma proprio perché insegna a provare esperienze ritenendole opportunità e non pericoli da evitare.
Il cammino immette nei bambini la cultura di essere temerari e tirare fuori dagli angoli teneri della propria fragilità quel passo avanti che rende reale superare i disagi.
Quella vasca d’acqua che si è trovata inondata da voci vocianti, da mani aperte a spruzzi e gocce ballerine nel freddo di una sera di primavera, è un’ancora, molo di partenza e arrivo; quella piscina è specchio di luoghi da ritrovare, boschi che sono ovunque, labirinti di esperienza.
Finito il bagno ci siamo rimessi gli scarponi.
Siamo andati ad accudire gli asini, dar loro da mangiare.
La vita continua passo dopo passo.
Bravi i miei piccoli esploratori.
Gli ostacoli sono solo per chi non li vuole superare!
Massimo Montanari