In cammino comprendo che sono biosfera
“il mondo ha bisogno di ribelli spirituali”
Frase di Tiziano Terzani riferita dalla moglie Angela al Festivaletteratura di Mantova 2014 e riportata nei suoi “Diari”, appena editi. Parole indirizzate alla figlia a conclusione del discorso augurale alle sue nozze.
Negli ultimi decenni molti pensatori, ricercatori, artisti e persone che riflettono sul senso dell’esistenza hanno prospettato la necessità di cambiare l’ottica del nostro stare-al-mondo.
La messa in discussione è della soggettività dell’Io razionale al di sopra di tutto, da cui discende la visione di un uomo che controlla e comanda su tutti gli aspetti della natura, interni ed esterni a sé.
La crisi deriva non tanto da teorie astratte e alternative al pensiero dominante, ma dal malessere profondo del sentirsi umano di fronte all’emergere di problematiche ambientali, che mettono in forse la stessa possibilità di sopravvivenza della nostra specie.
È una crisi di civiltà.
C’è l’urgenza d’immaginare un nuovo modo per l’umanità di concepire se stessa in un rapporto non distruttivo con il resto dell’universo con cui entra in contatto.
Si definisce biosfera quella fascia di circa 80 km di altezza che permette, attraverso l’equilibrio dei suoi elementi, la vita biologica sul pianeta Terra. Tutte le evidenze scientifiche, fisica quantistica in primis, ci fanno comprendere che noi non siamo autonomi e staccati dalla biosfera. Noi esseri umani ne facciamo parte, anzi, più esattamente, siamo biosfera.
Noi e tutto il resto del mondo siamo totalmente interconnessi, un unico e complesso sistema in cui ogni parte è dipendente dall’altra. Solo un’arbitraria ed errata concezione della realtà ci ha portato a sostenere la nostra superiorità, allo scopo di sfruttare e dominare il diverso da noi.
Oggi stiamo capendo che questa logica è al capolinea e che dobbiamo reimparare a vederci come in effetti siamo, cioè un ingranaggio fra altri. Questa è l’unica strada per recuperare l’armonia perduta.
Non c’è separazione fra la nostra mente e il corpo, così come non c’è separazione fra il nostro essere e la materia che ci contiene.
In cammino comprendo che sono biosfera.
Sono molti i fattori culturali che ci lasciano nell’inganno di questo crederci separati dal mondo.
Ma questa filosofia sbagliata viene soprattutto coltivata dalla nostra continua sopravvalutazione del pensiero rispetto alle emozioni ed alle sensazioni. Per non parlare dei sogni, che sono la vera fonte di saggezza interiore e che stoltamente ignoriamo. L’abuso che poi facciamo delle macchine intelligenti non fa che aumentare esponenzialmente l’impressione che con la testa possiamo dirigere tutto. Salvo l’amara sorpresa che le nostre malattie aumentano e che l’incuria dell’ambiente si ritorce contro di noi.
Come rieducarci?
Non c’è una ricetta unica. Io comunque mi accorgo che camminando percepisco me nel mondo in modo più soddisfacente. Il sentirmi bene in cammino deriva da un progressivo distanziarmi dal rimuginio mentale, a favore di un’attenzione maggiore a tutti i miei sensi, che si relazionano liberamente col magma in cui siamo immersi.
Se ci alleniamo a saperci biosfera, al pari di cellule solo in apparenza divise dall’organismo che le contiene, potremo ricominciare a rispettare la nostra salute, che è in legame simbiotico con quella dell’intera natura. Amerò l’altro da me, il mondo animato e quello inanimato, solo con l’empatia profonda dell’intuire che io e loro siamo la stessa cosa, che se io tratto bene loro ne avrò beneficio anch’io.
Occorre uscire dalla sedentarietà delle nostre case ipertecnologiche, come occorre abbassare l’onnipotenza che ci pervade. Il rimettersi in cammino è un piccolo gesto, che è facile da praticare e va nella direzione giusta.
Non è a caso che i piedi sono all’esatto opposto della testa. Per compenso.
Guido Ulula alla Luna