Recensione: I gufi dei ghiacci orientali
«Mi si avvicinò tutto serio un ragazzino udege che avrà avuto quattordici anni, con i capelli neri quasi del tutto nascosti da un cappello in pelo di coniglio. Io ero diverso e chiaramente fuori posto. Avevo ventotto anni e portavo la barba, il che mi identificava come straniero. Il ragazzino era curioso di sapere che cosa ci facessi ad Agzu.
“Li conosci i gufi pescatori?”, risposi in russo, l’unica lingua che avrei parlato nel corso di quella spedizione e, più in generale, studiando i gufi.
“Sono tipo degli uccelli?”, chiese il ragazzino. “Sono venuto a cercare i gufi pescatori”.
“A cercare uccelli”, mi fece eco lui, impassibile ma con una punta di incredulità, come se temesse di aver capito male.»
20 February 2025
I gufi dei ghiacci orientali è il libro dove Jonathan C. Slaght, naturalista, ornitologo e divulgatore, racconta gli anni passati nel Territorio del Litorale, un mondo di confine affacciato sul mar del Giappone, tra Cina, Russia e Corea, per cercare di studiare le abitudini di questo strano animale, il gufo pescatore, la cui sopravvivenza è legata all’uomo quale principale fattore di inquinamento del pianeta, ma anche come principale fattore di preservazione di specie animali.
Il protagonista sa che la sopravvivenza di questa specie così particolare e della quale si sa pochissimo - in cento anni nessuno scienziato lo aveva mai avvistato in tutta l’area - è anche legata a questo suo studio di ricerca, cattura - rilascio - documentazione del gufo pescatore e del suo ecosistema: quella taiga coperta di foreste, dove non esistono strade vere e proprie, dove i fiumi ghiacciano e per risalirli serve la motoslitta. Lui che è consapevole di trovarsi in un mondo in cui “dovrò appostarmi e per un’ora al freddo travestito da Uomo Marshmallow”. Altrettanto affascinante dei gufi si rivela poi la varia umanità che popola il litorale. Come un romanzo dello scrittore finlandese Arto Paasilinna, dove spuntano uomini disillusi, anti-eroi moderni infatti ecco che, nella realtà cruda e pura degli appostamenti interminabili alla ricerca di sbuffi sulla neve che possono celare una piuma di gufo, degli arrampicamenti su altissimi alberi - insomma delle questioni pratiche in cui cavarsela - ecco che, vengono fuori una serie di personaggi degni di luoghi come l’immensa taiga: cacciatori che forse sono stati spie del Kgb, eremiti, latitanti che nella foresta hanno trovato rifugio, uomini inselvatichiti che bevono vodka ed etanolo e persino detergente, abitanti di centri lontanissimi da qualsiasi civiltà che bussano con bottiglie di alcol etilico o vodka purché i racconti siano sempre un po’ ebbri.
Un viaggio intenso in terre sconosciute dove lo sguardo dello studioso lascia il posto a quello del romanziere e dell’avventuriero.
Daniele Moschini
Jonathan C. Slaght – “I gufi dei ghiacci orientali”, Iperborea 2024 – 19,50 euro
Daniele Moschini accompagna un cammino nella taiga finlandese: dal 13 al 21 giugno, Finlandia infiniti giorni d'estate.
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