Stiamo perdendo il lato selvatico?
Sono appena rientrato da un cammino in Corsica con la famiglia. La Corsica per la mia generazione è stato il luogo privilegiato per iniziare la propria esperienza di lunghi cammini, a 18 anni fare il GR20 era l’iniziazione, così come oggi per molti l’iniziazione è il Cammino di Santiago. La Corsica interna è magnifica per le lunghe traversate: montagne selvagge, clima ideale, sentieri avventurosi, torrenti e fiumi in cui nuotare per rinfrescarsi.
10 July 2019
Ma c’è una diminuzione di camminatori, regge il GR20 ma cammini come il Mare e Monti o il Mare a Mare sono meno battuti che in passato. Il cammino che ho fatto io, poi, è praticamente abbandonato, pensate che prima di noi quest’anno lo avevano percorso solo 4 svedesi 2 mesi prima!
Segno dei tempi. C’è una diminuzione di interesse per il proprio lato selvatico. Dormire in tenda (o meglio ancora sotto le stelle), lavarsi in un torrente, camminare dove il telefonino non ha campo, cominciano a essere cose ostiche per la maggioranza. Lo notiamo anche noi della Compagnia dei Cammini: i viaggi con la tenda vanno deserti o quasi. Capisco la bellezza dei comfort, anche a me piace un bel lettone comodo, una doccia alla temperatura giusta, una cena servito e riverito, e la possibilità di connettermi al web spaparanzato su una poltrona in balcone.
Ma il contatto con la Terra? Vogliamo perderlo? Vogliamo trasformarci da esseri naturali a esseri artificiali? Io ho voluto far fare a mio figlio di 9 anni l’esperienza di un cammino selvaggio in Corsica per fargli vedere quanto è bello vivere la natura in profondità, essere natura nella natura.
Il mio invito a tutti i camminatori sensibili (e se mi state leggendo significa che lo siete) è di rinunciare ai comfort ogni tanto per immergervi nella natura selvaggia. Provate, da soli, con amici o con i gruppi della Compagnia dei Cammini, alimentiamo sempre il nostro lato selvatico, non lasciamolo morire!