Avvicinarsi alle montagne? Salviamo l’Alpe Devero!
Perché dire NO al nuovo comprensorio sciistico dell’Alpe Devero.
Un progetto, quasi ironicamente denominato “Avvicinare le montagne”, vede la creazione di un nuovo comprensorio sciistico al Devero, con seggiovie, piste, piloni, punti panoramici in cemento, neve artificiale ed un collegamento con i vicini impianti dell’Alpe Ciamporino passando per il Monte Cazzola.
Un progetto anacronistico e incoerente a livello di scelte politiche ed economiche, nonché altamente impattante a livello ambientale e paesaggistico.
Ecco a voi le principali motivazioni per cui unirsi al Comitato Tutela Devero nella difesa di questa Shangri-la alpina che il piano violerebbe in maniera definitiva.
È una minaccia per ambiente e paesaggio – Per le sue particolarità storiche, paesaggistiche e naturalistiche, l’Alpe Devero è sin dal 1978 tra le aree naturali protette del Piemonte e dal 1995 salvaguardato con l’istituzione del Parco Naturale Veglia e Devero.
Oltre ai sentieri dei contrabbandieri, dei cercatori di cristalli e dei partigiani, da qui passano l’Alta Via dei Walser (dal Passo del Sempione all’alta Formazza) e la Via dell’Arbola (da Baceno alla svizzera Binn).
Molti lo amano e condividono questo modello turistico rispettoso della tradizione e altamente sostenibile, pur restando accessibile a tutti: una scelta che ha ripagato sia a livello paesaggistico che economico, visti i numeri in crescita di frequentatori, escursionisti e non.
È una pessima scelta politica – Pensate che il progetto interessa per lo più zone protette: l’area è riconosciuta dall’Unione Europea tra le Zone Speciali di Conservazione per particolarità di ambiente, fauna e flora ed è una ZPS - Zona di Protezione Speciale della Direttiva Uccelli -, al cui interno gli impianti già esistenti non si possono ampliare, ma solo adeguare a livello tecnico e semmai ridurre.
L’integrità del crinale del Monte Cazzola (dove si ipotizza di arrivare con una nuova seggiovia a 6 posti) è inoltre prevista dal Piano Paesaggistico Regionale.
In questo modo la Regione Piemonte andrà contro ai provvedimenti che essa stessa ha da poco adottato nel rispetto delle regole dell’Unione Europea e della Direttiva Habitat e Uccelli (per la conservazione dei siti della rete Natura 2000).
È un problema di costi - Il piano prevede un investimento privato di 130 milioni di Euro che ha come condizione una spesa pubblica di quasi 43 milioni di Euro. Rendita?
Immaginatela voi: un progetto basato su un modello turistico di massa ormai in calo evidente per motivi economici, climatici e culturali, come dimostrano le numerose dismissioni di stazioni sciistiche (ad esempio la quota neve si alza ogni anno di più, diminuiscono le precipitazioni nevose e si ricorre sempre più spesso alla neve artificiale, intaccando le risorse idriche).
Sapete che ogni anno noi contribuenti spendiamo milioni di euro per ripianare le perdite delle stazioni sciistiche, a beneficio di chi?!
È anacronistico – Come afferma il Comitato: “Un’economia diffusa, equa, legata culturalmente al territorio in cui si radica, è un’alternativa possibile e credibile rispetto ai miraggi dei maxi investimenti di risorse che alterano lo stesso territorio nel momento stesso in cui affermano di valorizzarlo, ma in realtà lo sfruttano. Occorre considerare la crescente domanda di turismo “lento” e consapevole, e sviluppare servizi, anche innovativi, qualitativamente e quantitativamente adeguati. Una tale visione dell’economia è quella che lega la gente alle sue radici, rendendola consapevole e orgogliosa della grande opportunità di cui dispone, che le offre reddito e valore e che oggi, una società sempre più connessa in rete rende possibile attuare ovunque ve ne siano le condizioni”.
Lasciare che venga realizzato significa aprire la porta alla distruzione e alla massificazione commerciale non solo del Devero, ma di molte altre valli incontaminate delle nostre Alpi.
Per aggiungersi all’elenco dei firmatari del Comitato mandare una mail all’indirizzo: comitatotuteladevero@gmail.com (indicando nome, cognome, data di nascita, luogo di residenza e intenzione di sottoscrizione del documento).
Firma anche tu la petizione su Change cliccando qui: Salviamo l’Alpe Devero.
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