il cammino /153 Il piacere del cammino, il cammino del piacere
Una piccola tenda sulle sponde di un lago di montagna, nessun’altra presenza umana intorno. Questo acquerello di Sven Hedin mi ha colpito, sappiamo che era un esploratore svedese che tra i primi si dedicò alla scoperta del Tibet, con alcuni lunghi viaggi nella prima decade del Novecento. Questo acquerello dovrebbe essere del 1907 o 1908. Ma non sappiamo di che lago si tratti, né se Sven Hedin era solo in quella tenda.
Questo acquerello è simbolico, ci ricorda il piacere della scoperta, e della possibilità di vivere la natura in modo profondo. Vi auguro, amici e amiche, di poter provare almeno una volta nella vita questa esperienza: voi (soli o in compagnia ben scelta) in riva a un lago, le montagne intorno, il silenzio a farvi da coperta. Stiamo perdendo questi piaceri divini, i camminatori che ho visto questa estate erano in gran parte tesi a vivere il rito collettivo, più che l’epifania individuale. Pochi sono disposti a perdersi, a conoscere in profondità la natura selvaggia, molti sono alla ricerca di cammini sempre più addomesticati, sempre più collegati e connessi, sempre più uguali alla vita frenetica di tutti i giorni. Cammini con il cellulare in mano. Guido nel bel testo qui sotto ci invita a fare del cammino uno strumento di lotta collettivo, io vi invito contemporaneamente a non dimenticare il vostro io profondo. E a mettervi in gioco, esplorare, perdersi, per imparare, per conoscere, per guardarsi dentro. E a rispettare la Terra, ecco che vi invito a leggere e a riflettere i testi che seguono.
Luca Gianotti
1 septembre 2016