Il cammino è normalità
Sono proprio stanco di dover essere.
Le aspettative, interiori ed esteriori, ci devastano.
Non se ne può più del disprezzo della vita e della distruzione sistematica del nostro pianeta di appartenenza.
Perché non dovremmo fermarci?
Fermarci a riflettere sui nostri veri bisogni.
Rallentare e riscoprire il piacere della semplicità.
Nella raggiunta maturità, mi sento di fare un elogio alla normalità.
Il cammino è normalità.
Non c’è niente di più normale del camminare.
È un riflesso innato che possediamo.
Il problema è che ne abbiamo scordato l’essenziale priorità.
Oggi preferiamo i viaggi comodi e veloci.
Oggi comunichiamo con le strabilianti macchine intelligenti.
E siamo sempre più soli ed infelici.
Incapaci di accettare le avversità dell’esistere, come di godere le meraviglie del creato.
Velleitari nelle risposte, per paura di ammettere il vuoto d’amore che il mondo superficiale che ci circonda genera.
Per questo la viandanza ci rieduca.
Ci riporta coi piedi per terra.
Sono i piedi dolenti che fanno la mente saggia.
Sono le piccole cose e i piccoli passi, è riempire i normali gesti quotidiani di consapevolezza, è il lasciare scorrere gli eventi piuttosto che lo strafare, che rendono ogni istante unico e prezioso, che ci fanno uscire dall’inutile e logorante attesa di un paradiso che verrà.
“Lo Straordinario risiede nel Cammino delle Persone Comuni”
Questo ci ricorda Paulo Coelho nel suo “Il Cammino di Santiago”
Guido Ulula alla Luna
Contributo al Festival della Viandanza 2013 di Monteriggioni