[L’opinione di Guido] Grazie al Covid sto capendo che…
“Ammalarsi fa bene. La malattia a difesa della salute” è un libro cult del 1991 degli psicoanalisti Abraham e Peregrini.
Ci ha fatto ragionare che per capire cos’è la salute, cosa complessa, ci serve aprire gli occhi su dove stiamo sbagliando, cioè sul come viviamo in maniera malata. E la diagnosi di una malattia vera ne è un prezioso, ancorché doloroso, segnale. Poi, ovviamente, ci sono anche i sogni che, con la loro saggezza, ci fanno immaginare che “un altro mondo è possibile”.
In questi decenni ho raccolto tantissime storie di persone che, guarite, mi confessavano “grazie alla malattia ho capito che…”. Allora, mi dico e vi dico, nel mezzo del cammin di questo covid che non molla la presa, di cosa lo sto ringraziando.
GRAZIE covid che mi hai ricordato che non sono immortale. La morte continua ad esistere, e basta un piccolo ed insignificante frammento virale per far crollare la nostra supponenza di dominio della natura.
GRAZIE covid che mi hai costretto a chiedermi quali sono le persone a me veramente care. Solo davanti al rischio di perderti, ho compreso che mi saresti mancata te, proprio te. È questo l’amore?
GRAZIE covid per aver selezionato le, poche, cose importanti. La vita può essere semplice se spegnamo le fascinazioni consumiste.
GRAZIE covid che mi hai rammentato che voglio essere libero. Privandomi della facoltà di muovermi senza limiti, mai sperimentata finora, mi stai risvegliando il gusto del selvatico.
GRAZIE covid che negando i tanti e facili incontri fra esseri umani, mi stai rimarcando la centralità dell’empatia.
GRAZIE covid per la ritrovata rabbia verso le ingiustizie. La perdita di lavoro e la disperazione di precariato e miseria ricomparsi in ampie fasce della popolazione, mi interrogano sugli egoismi e narcisismi in cui ci siamo per troppo tempo cullati.
GRAZIE covid per la nausea che mi stai suscitando verso tutte le forme dell’universo digitale. La gioia è fatta di abbracci e del mettere in gioco i sensi tutti, e non di effimeri scambi di luci ed ombre.
E, infine, GRAZIE covid di avermi fatto camminare davvero. Tutti i giorni sono uscito di casa e ho percorso km esplorando curioso il mio territorio, scoprendo di non conoscerlo affatto. Sto assaporando l’esplodere della primavera, ed è una mia primavera. Sono uscito dal miraggio di dover usare auto ed aerei, perché la meta era il nuovo ad ogni costo. Ed il nuovo finiva sempre, come all’esaurirsi dell’effetto compulsivo di ogni droga, con l’amara constatazione del vuoto.
Detti tutti questi GRAZIE alla faticosa strada che collettivamente stiamo imparando, con la non certezza di uscirne, almeno com’eravamo prima, anch’io mi auguro che presto ritorni il sereno.
Ora so meglio però cos’è la cura.
È essere concentrato, ferocemente attento, alle cose che veramente contano, a quella felicità possibile che nessuno mi può regalare.
Guido Ghidorzi