Noi fotografiamo
Siamo in cima a un monte.
Dopo una faticosa salita,
gustiamo la vicinanza al cielo.
Mille pensieri e sensazioni magiche
potrebbero coinvolgerci, ma…
Noi fotografiamo!
Abbiamo visitato un eremo sperduto,
scavato nella roccia, ricco di simboli antichi.
Di fianco c’è una piccola cascata,
la vegetazione è fitta, un vero luogo zen.
L’intreccio fra naturale e spirituale
potrebbe donarci momenti estatici, ma…
Noi fotografiamo!
Alla fine del cammino
ci siamo conosciuti fra compagni di viaggio.
È il momento degli addii.
Nell’abbracciarci, guardandoci negli occhi,
potremmo dirci parole importanti, ma…
Noi fotografiamo!
Noi spezziamo gli incanti.
Noi rompiamo i coglioni al qui e ora.
Noi rubiamo l’anima alla luce della vita vera.
Noi ci illudiamo di conservare la divinità dell’attimo.
Noi crediamo di essere i signori del tempo.
Noi non ci ricordiamo che siamo mortali.
Noi siamo fieri della tecnologia che falsifica la realtà.
Noi siamo pieni di onnipotenza.
Noi tradiamo la natura profonda dei sensi.
Noi dimentichiamo di condividere le emozioni.
Noi… noi… noi…
Con un semplice gesto,
puntiamo l’obiettivo,
basta un clic…
Noi fotografiamo!
E non ci accorgiamo di quanto
siamo sempre più infelici.
Guido Ulula alla Luna
"PS. Questo è uno scritto di qualche anno fa, quando tutti hanno cominciato a fotografare tutto con telefonini ed affini. Da allora il fenomeno è dilagato. Anche nei gruppi di cammino consapevoli, che hanno più rispetto della natura che si attraversa, sembra che l’unica cosa importante sia “catturare l’attimo”. Ma questo guasta e vizia irrimediabilmente il fatto che sia la nostra sensorialità, e non un marchingegno tecnologico, a gustare il momento magico. Non voglio fare il purista a tutti i costi, tant’è che anch’io mi lascio coinvolgere da questa moda. Non posseggo macchina fotografica né smartfone, ma me li faccio prestare per partecipare alla grande abbuffata del catturaimmagini… che poi non vado neppure a rivedere. Però quando cammino da solo me lo godo tutto il viaggio, senza nulla frapporre fra me e l’altro da me… e lì il piacere torna ad essere totale. Mi chiedo, e vi chiedo: sono solo io paranoico a pormi questi problemi? Se così fosse, beh, me ne starò col mio disagio ben zitto. O c’è qualcun altro che si sta accorgendo che, esagerando con gli strumenti tecnici, stiamo rovinando anche le cose belle della vita, come appunto è il libero camminare nel mondo?