Notizie dal Marocco
Scrivo al termine di una settimana trascorsa in Marocco. Con Said ho visitato le regioni colpite dal sisma per comprenderne meglio l’impatto sulla vita delle persone e sul clima generale del Paese.
Abbiamo trovato le persone che ci sono care, i vari collaboratori dei nostri viaggi e le loro famiglie, in salute. Ora sappiamo che stanno bene e questo ci rincuora.
Abbiamo visitato le strutture dove normalmente alloggiamo: il Riad di Marrakech, dalla cui terrazza ti sto scrivendo, non ha subito danni, così come l’hotel di Ouarzazate, mentre le Gites d’étape e i rifugi del Parco Nazionale del Toubkal, zona più vicina all’epicentro, sono momentaneamente chiusi, in attesa di collaudo per la verifica dell’agibilità.
Marrakech è quella di sempre, salvo per la scarsità di turisti stranieri. I danni sono limitati al centro storico e riguardano principalmente la cinta muraria, pochi gli edifici lesionati seriamente. Ovunque fervono lavori di messa in sicurezza e ripristino.
A sud, nella Valle della Dràa, il terremoto è stato percepito distintamente, ma non ci sono state conseguenze.
La situazione è problematica, ma con diversa gradualità, nelle Valli del Medio e Alto Atlante. Siamo stati tre giorni in cammino nella Valle del M’Goun segnata, a causa delle sue caratteristiche geomorfologiche, da smottamenti e frane. Sono in buona parte lesionate le abitazioni della bassa valle, molto meno nella parte alta. È la Valle delle Rose e delle 100 casbah. Siamo stati davvero felici di constatare che queste antiche costruzioni di sassi, fango e paglia, hanno retto bene e che le loro torri svettano ancora orgogliose.
Le note tristi riguardano l’ultima tappa del nostro sopralluogo, nella regione dell’Alto Atlante dove si svolge il nostro viaggio “Toubkal, la più alta vetta del Nord Africa”.
Confesso la mia difficoltà nel dare a caldo un ordine alle emozioni suscitate dalla vista di quei luoghi feriti, dove solo il mese scorso abbiamo vissuto un’esperienza di cammino coinvolgente e magica con il gruppo della Compagnia dei Cammini.
Naturalmente non ci è stato possibile ripercorrere tutte le tappe e vedere tutti i villaggi. Abbiamo visitato Asni, Imlil e abbiamo incontrato il nostro staff ad Aremd.
Le scene sono quelle consuete in contesti analoghi: macerie, tendopoli, cucine e ospedali da campo organizzati dall’esercito.
Sono situazioni di vita in cui le persone avvertono il bisogno di un poco di intimità difficile da trovare. Ci siamo comportati per questo con la massima discrezione. È comprendendo e rispettando questa necessità che teniamo nei nostri cuori i racconti più personali e tristi.
Ci tengo però a condividere un pensiero: ancora una volta queste popolazioni mi hanno impartito una grande lezione di dignità e compostezza.
Silenziosamente hanno organizzato squadre di lavoro per sgomberare le strade e garantire i collegamenti a tutti i villaggi della valle e, solidali, hanno provveduto ai bisogni immediati di ciascuno. Semplicemente, senza un lamento.
Settembre è un mese importante per l’agricoltura: in questi giorni adulti e ragazzi sono impegnati nella raccolta delle noci e delle mele di cui si avverte il profumo ovunque. Un buon raccolto, un piccolo aiuto economico nel momento in cui viene a mancare quello dato dal turismo.
Abbiamo detto loro che molti nostri camminatori hanno chiesto notizie ed espresso il desiderio di porgere un aiuto. Ne sono stati felici e grati. Tuttavia, proprio perché le necessità urgenti sono soddisfatte e il Governo si è impegnato a erogare compensazioni a vario titolo, con realismo e onestà ci chiedono di aspettare che si spenga il clamore mediatico per poter valutare interventi non generici, ma finalizzati a necessità che potrebbero emergere nei prossimi, certamente difficili, mesi autunnali e invernali.
Tutti indistintamente, a Marrakech come in ogni luogo visitato, ci chiedono di non dimenticare il Marocco, di tornare presto a viaggiare qui. Un popolo orgoglioso e fiero attende di poter tornare alla propria vita, laboriosamente.
Siamo certi che il popolo delle camminatrici e dei camminatori non mancherà di far sentire il suo legame col Marocco. Difficilmente riusciremo a rispondere personalmente a tutti quanti, con messaggi e telefonate, ci hanno dimostrato il loro affetto, ma li ringraziamo, li abbiamo nel cuore e non mancheremo di dare notizie.
Un saluto carissimo a tutta la bella Compagnia!
Marina e Said