Notizie dallo Zefiro in rotta ad Amorgos
Finalmente vento, finalmente il vento a gonfiare per ore le vele e a spingere Zefiro verso ovest verso le piccole Cicladi, verso Amorgos, incantevole isola del terzo oracolo della Grecia.
Montuosa, grande ma non troppo, ancora silenziosa anche se il turismo negli anni è giunto da queste parti.
Trent’anni fa più o meno quando ci arrivai per la prima volta da solo con la mia barchetta ebbi la strana sensazione di essere approdato su una terra forte, un’isola che poi si è sempre mostrata tale, per il sole, il vento, le case bianche e raffinate della chora, per i suoi abitanti, per il monastero nella roccia a strapiombo su un mare turchese.
Arrivando oggi sento ancora tutta questa energia, oggi qualcosa è cambiato in me, qualcosa che allora non consideravo, anzi non mi permettevo di fare, lasciare la mia casa galleggiante e andar per sentieri, al massimo piccoli spostamenti in un raggio all’interno del quale i miei occhi potessero inquadrare la piccola figura della barca all’ancora o in banchina. Oggi grazie a Tiziana e alla voglia che abbiamo di conoscere anche le viscere di un luogo, allontanarsi dalla barca è una possibilità.
Certo con le dovute cautele partiamo per cammini sulle isole, andiamo a scovare sentieri e luoghi lontani dalle coste, dal mare, ci inerpichiamo per montagne piene di ginestre in fiore, scopriamo sorgenti, vallate coltivate a dare manforte ad un’economia povera ma radicata. Scopriamo famiglie giovani che producono biologico, diamo economia a loro e non ai supermercati quando questo ci è possibile.
Diventa possibile quando dedichi tempo al luogo, quando i passi dei camminatori restano per più tempo in un luogo, quando la curiosità di conoscenza ti porta ad incontrare, quando decidi che il tempo rallenta.
Oggi Amorgos la vedo con occhi diversi e salire per un sentiero verso il monastero di Agios Georgios Valsamitis mi carica di felicità.
Si arriva attraversando macchie estese di ginestre in fiore, si arriva attraverso sorgenti di montagna con rane a fare voce grande a noi intrusi, ci si arriva illuminando gli occhi con cascate d’oleandro rosso.
Si arriva al monastero di Agios Georgios Valsamitis, piccolo, grazioso, curatissimo, acqua ovunque in questa isola apparentemente priva di questo bene primario. La Badessa Irini, l’unica persona che vive in questo luogo, vestita di nero, è la custode da cinque anni di questo paradiso, da monastero abbandonato dai monaci, a luogo di culto con la mano di donna visibile in ogni angolo, in ogni gesto quotidiano a ridare freschezza e solarità, a farti sentire nel luogo. Fiori ovunque, insalate e pomodori, alberi da frutto, vasche di raccolta d’acqua a fare da riserva per i periodi più caldi.
Si arriva con l’animo leggero, attraverso un sentiero antico, si arriva e il nostro vociare diventa un messaggio che anticipa la nostra venuta in questo posto del silenzio e del rispetto.
La Badessa Irini è la serenità in persona, cinquantenne di Atene dopo aver preso i voti è venuta qui, l’oracolo l’ha chiamata e in cinque anni ha trasformato e riportato alla vita questo piccolo specchio di terra. Con la propria forza, con i propri soldi, pietra su pietra, pianta su pianta, fiori su fiori si è donata e ci ha donato uno dei luoghi più sereni che abbia mai incontrato.
Non ci sono parole che possano descrivere gli occhi di Irini, credetemi parole proprio non ce ne sono, la sua serenità ha conquistato i nostri cuori.
Tutto è possibile se credi in qualcosa, se hai un progetto, un’idea, tutto e possibile se apri il cuore al mondo e con umiltà metti a servizio la tua energia.
Cosa dire di più, niente lascio il resto a chi un giorno deciderà di trovare i nostri passi e i passi antichi e raggiungere pian pianino l’oracolo, la Badessa dal sorriso universale.
Camminare è incontrare, Zefiro la nostra casa tranquilla al porto ci aspetta, si ridiscende, è una giornata da non dimenticare che si incide nell’animo della nostra esperienza di vita. Irini significa letteralmente Pace ed è quello che abbiamo condiviso.
Un abbraccio Peppe e Tiziana da Amorgos
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