Perché camminare d’inverno con i propri figli?
Cristina Mori ci racconta il bello della sua proposta BiancAppennino. Ciaspolata in famiglia.
Perché camminare d’inverno nella neve al freddo?
Camminare in natura d’inverno fa bene! È una pratica riscoperta negli ultimi anni che ha le sue buone motivazioni di salute e benessere. Camminando al freddo tutto il sistema circolatorio è stimolato e con esso anche il metabolismo, che riceve una bella sferzata rinvigorente: in un clima freddo il cuore pompa di più e per mantenere la temperatura ottimale il corpo consuma più calorie. Un elemento importantissimo è quello della luce - che non significa necessariamente sole, ma luce naturale, qualsiasi meteo ci sia! - che ci aiuta a produrre serotonina, l’ormone della felicità e del rilassamento, e ad abbassare i livelli di cortisolo, responsabile invece dello stress. La luce naturale, che d’inverno è meno e che ci circonda invece durante i momenti all’aperto, aiuta anche a regolarizzare i ritmi sonno-veglia, sempre più minacciati dalla perenne illuminazione artificiale dei vari box chiusi - casa, ufficio, supermercato ecc - in cui passiamo la maggior parte del nostro tempo, migliorando quindi la qualità del sonno e di conseguenza anche la concentrazione e la memoria. E non è finita! La luce naturale è indispensabile anche per fare sì che il nostro corpo produca vitamina D, essenziale per la salute delle ossa e dei denti e per la prevenzione dei tumori e degli stati infiammatori in generale.
Detto questo, va da sé che si può camminate ovunque, anche in città da casa al lavoro per dire, ma che in contesti naturali è tutta un’altra cosa. A livello mentale, fisiologico, spirituale. Ma questo i camminatori già lo sanno, ogni volta lo sperimentano sulla propria pelle!
Perché camminare d’inverno nella neve al freddo con i propri figli?
Perché i bambini sono il presente e il futuro. Perché loro ancora non hanno perso quella connessione con la Natura che ci è propria come specie in quanto figli, in quanto parte. Perché i bambini ancora non discriminano : la società ancora non gli ha insegnato che il freddo dell’inverno è qualcosa da cui fuggire e che il fango è sinonimo di sporco. Per loro tutto è gioco, tutto è un potenziale di esplorazione, apprendimento, avventura. Se sono fortunati, non hanno da riscoprire nulla, perché il filo di vita che li lega all’ambiente circostante è ancora intatto e sano; bisogna solo permettergli di coltivare, nutrire questa connessione. Al contrario, se le consuetudini e la frenesia del mondo moderno hanno già fatto alcuni danni, un ritorno alla natura in tutti i diversi periodi dell’anno consentirà di contrastare quello che il ricercatore americano Richhard Louv definisce Nature Deficit Disorder, il Disturbo da Deficit di Natura, che rende i nostri bambini e ragazzi pigri, svogliati, un po’ ansiosi e depressi, quando non addirittura con problemi fisici dovuti alla sedentarietà quali obesità, ipertensione ecc.
I bambini sono il presente e il futuro. E la natura è maestra di essenzialità. Osservandola, ascoltandola, vivendola, essa ci insegna che le cose che ci servono e ci serviranno per essere felici sono davvero poche, e hanno a che fare con imparare nuove forme di convivenza, di comunità, di condivisione: The more you know, the less you need.
E perché fare questa esperienza in famiglia? Per cambiare contesto insieme, rilassarsi e sperimentarsi, vedere l’affiorare di altre dinamiche. Riscoprire insieme questa essenzialità fatta di piedi e zaini, natura e relazioni e niente più. Per lasciare che la curiosità e la spontaneità innata dei bambini risvegli quel bimbo interiore presente anche negli adulti.
Perché camminare d’inverno nella neve al freddo con i propri figli in zone appenniniche poco conosciute?
Camminare è incontrare i luoghi, è farli rivivere, a partire dai piedi e dallo sguardo. E’ rendersi conto di cosa c’era e di cosa c’è, di cosa rimane. Camminare in Appennino è incontrare luoghi a volte abbandonati, a volte resistenti, a volte creativi, rinati e rinnovati. E’ incontrare delle idee, delle possibilità, nuove prospettive da cui guardare, nuovi interlocutori – umani, animali, vegetali e minerali – con cui parlare.. Dice Franco Arminio: «il sacro dell’Appennino non lo trovi ovunque. Però senti che puoi cercarlo, è un mondo di pieghe non tutte stirate, di buchi non chiusi, di fessure che non sai dove finiscono».
Sperimentiamo anche d’inverno una forma d’interazione coi luoghi che non vandalizzi, che non tagli boschi e montagne in nome del divertimento, che non abbia bisogno della musica a tutto volume a 2000 metri d’altitudine, che non necessiti di ingenti quantità di energia elettrica ed acqua per funzionare, che sia più accessibile anche economicamente. Sperimentiamo anche d’inverno il rispetto e la sacralità nell’avvicinarci alle montagne e a chi con coraggio e determinazione ancora le vive in maniera autentica.
Perché camminare d’inverno nella neve al freddo con I propri figli in zone appenniniche e poco conosciute con la compagnia dei cammini?
Con la Compagnia dei Cammini ti proponiamo non tanto una vacanza, più che altro un’esperienza, una possibilità di crescita. Ti proponiamo un viaggio artigianale, costruito col cuore, tagliato su misura del territorio e delle persone che lo cammineranno. Mettiamo tanta cura nello scegliere i luoghi, i sentieri, le attività, gli incontri, le strutture così come nel formare il gruppo. Camminando insieme, ogni viaggio si trasforma in una comunità itinerante, fucina di relazioni, ispirazioni, confronti e a volte amicizie. E il viaggio di oggi, con i vostri feedback, i punti di forza e debolezza riscontrati, sarà matrice del viaggio di domani. I viaggi della Compagnia dei Cammini sono sempre in movimento, così come i valori che li contraddistinguono, che sappiamo mettere in discussione e ridefinire con sempre più forza per rispondere alle reali esigenze di questo fragile e meraviglioso mondo su cui camminiamo. Con la Compagnia dei Cammini facciamo del nostro meglio per stare sul pezzo.
Cristina Mori