Poesie in Salento
- 1 – La strada del vento (Eli)
- 2 – Piccola farfalla del Salento (Ori)
- 3 – Cammino (Mauro)
- 4 – La chitarra di Ori (Giacomo)
- 5 – Rotea (Roberto)
- 6 – Sono qui (Pina)
- 7 – Luca, mare, pioggia e sole (Marie-Louise)
- 8 – Terzo giorno (Donata)
- 9 – Camminare (Rosanna)
- 10 – Addio quercia (Clara)
- 11 – Tutti diversi e tutti insieme (Milena)
- 12 – Ascolto (Anna)
- 13 – Cammino in Salento (Cinzia)
- 14 – Che cos’è il cammino (Michele)
- 15 – Sono (Luca)
- 16 – Per una ragazza dai capelli pieni di vento (riecheggiando Kostantinos Kafavis) (Mario)
16 mai 2013
1 – La strada del vento (Eli)
Ho scritto una parola sulla sabbia.
Il vento l’ha cancellata.
Ho scolpito due parole in una roccia.
Il vento l’ha consumata.
Ho imparato a leggere le onde del mare con cui il vento giocava.
E scriveva righe di parole.
2 – Piccola farfalla del Salento (Ori)
Piccola farfalla del Salento
cosa hai visto girovagando sul sentiero?
Sedici pellegrini nel sole
coi piedi fangosi e lo sguardo contento.
Canna agile del Salento
cosa hai sentito in mani straniere?
Dita nervose che si son fatte placide
nel cammino di sette giorni.
Muretti bianchi del Salento
che avete visto coi vostri sassi spigolosi?
Strana gente dal chiacchiericcio leggero
che ci scavalcava ridendo lieve l’un l’altra.
Spuma del mare del Salento
che hai visto passare tra i tuoi spruzzi?
Sedici pellegrini sotto la pioggia battente
colorati e fiduciosi contro il vento.
Fango rosso degli uliveti del Salento
che hai visto tra i tuoi fiori gialli?
Sedici pellegrini in fila indiana diretti a Santa Maria di Leuca
si son colmati di vino e gioia
e hanno lasciato una scia di passi
che evapora calda e piano nel sole.
3 – Cammino (Mauro)
Cammino.
Percorrendo un sentiero di secoli
o migrando per vie, nuove e deserte.
Cammino.
Da solo, caricando emozioni da condividere
o in compagnia, condividendo momenti da sedimentare.
Cammino.
Un giorno mi fermerò.
Ma oggi, con gioia, cammino, cammino, cammino.
4 – La chitarra di Ori (Giacomo)
Ori tocca le sei corde della chitarra e noi, incantati, fioriamo di giovinezza.
5 – Rotea (Roberto)
Rotea spolverando pensieri
riempiendo d’equilibrio il silenzio
appoggia fatiche
primordiale e selvaggio l’istinto
roteando cosparge affetto.
6 – Sono qui (Pina)
Sono qui.
Il cielo, la terra, il sole, il mare mi accompagnano
in questo mio lento e profondo camminare.
Nel silenzio dei miei passi ascolto il mio cuore
che batte in simbiosi con questa terra piena d’amore.
7 – Luca, mare, pioggia e sole (Marie-Louise)
Luca, Luca, Luca, Luca.
Mare, mare, mare, mare.
Pioggia, pioggia, pioggia, pioggia.
E sole, sole, sole, sole.
Queste le cose nel mio cuore.
Insieme agli amici del cammino.
8 – Terzo giorno (Donata)
Lasciato il paese alle spalle
andiamo su calmi sentieri, di uliveto in uliveto;
alberi come colonne di cattedrale
si ergono da mosaici di calendule e acetoselle;
più tardi, sull’altopiano screziato di sassi e di anemoni,
lo sguardo, alto sul mare lontano,
ancora ricorda i dolmen e i menhir.
9 – Camminare (Rosanna)
Camminare, sentirsi leggeri!
Camminare, dimenticare il peso quotidiano!
Camminare, sostenibile leggerezza dell’essere!
10 – Addio quercia (Clara)
Avrei voluto conoscerti
sostare all’ombra delle tue fronde a ricordare i cammini già percorsi
abbracciare il tuo tronco possente e vigoroso
sentire la tua vitalità
e trarre da te l’energia e la forza per intraprendere nuovi cammini
ma il tempo inclemente ha portato i miei passi altrove.
Addio quercia.
11 – Tutti diversi e tutti insieme (Milena)
Tutti diversi e tutti insieme
masticando uno stelo di acetosella.
Sotto il cielo grigio, piovoso, azzurro cielo
camminiamo tra gli ulivi
piantati in un tempo lontano, insieme
nell’altro senso sono tutti alti uguali, contorti
con forme paurose e ridicole.
Sassi si alternano disuguali
scivolosi e sicuri punti di appoggio.
Un po’ non votiamo
un po’ a sinistra
un po’ a destra
un po’ nell’anarchia.
Se l’energia di questo viaggio fosse nel fare politico
l’Italia sarebbe il meglio dei Paesi.
Il futuro è energia psichica.
12 – Ascolto (Anna)
Silenzio.
Ascolto il mare
che mi racconta di gente lontana.
Ascolto il vento
fra le fronde degli ulivi
che mi porta il canto degli uccelli.
Ascolto i miei passi
che affondano nella terra
in questo lento cammino.
Ed il mio cuore
si riempie di felicità.
13 – Cammino in Salento (Cinzia)
Cammino e dirigo, del sentimento l’orchestra, sinfonia, melodia.
Pensiero che aggancia, punta di lancia.
Strumento più forte il vento al piede lui soffia.
Riprende la musica, adagio, lento, io vivo!
Cammino in Salento.
14 – Che cos’è il cammino (Michele)
Un giorno mio figlio mi chiese: ”Papà, che cos’è il cammino?”.
È solo un lungo gioco, amore mio, gli risposi.
15 – Sono (Luca)
Sono la terra, calcare, rocce, catauri.
Sono il mare di marzo, rimbombo, spumeggio, risacco e poi spruzzo.
Sono l’ulivo ritorto, antico, saggio.
Sono la colomba sulle scogliere, sono il falco, il passero, la cincia.
Sono un gruppo di uomini e donne che cammina alla ricerca di armonia.
Sono tutto questo, con voi, quando faccio passi di pace e di gioia.
16 – Per una ragazza dai capelli pieni di vento (riecheggiando Kostantinos Kafavis) (Mario)
Quando lungo spiagge assolate conduci il tuo passo
o su scogliere scabre battute dall’onda,
e interroghi quell’azzurro di lontananza e nostalgia;
quando cammini al limitare del bosco
o per l’aspro sentiero, là dove più s’alza l’erta;
quando il vento s’apre la via fra i rami
e corre all’abbraccio della terra
e in essa si perde e spegne;
ebbene, allora tu cammina, sempre,
oltre ogni svolta del sentiero,
sulla traccia di quel tuo desiderio interiore,
verso quella tua Itaca, sassosa e lontana.
Cammina, incontra genti, visita paesi.
Raccogli a piene mani profumi e colori, spezie e sapori.
Lungo le strade del mondo, nei bazar,
compra collane d’ambra e conchiglie,
d’argento e corallo,
e gioielli e tessuti per il tuo amore lontano.
Ascolta le parole e le voci sconosciute,
le lingue e gli accenti incomprensibili,
ma tu ascoltali sempre.
Guarda quei volti, leggine gioie e dolori,
e il racconto delle ore e dei giorni,
quando scende la notte.
Offri sempre la mano e il sorriso.
Cammina verso la tua Itaca lontana,
cercala specie quando non sai dove sia
o, perfino, se esista.
Non temere, cammina, Itaca ti sosterrà.
E quando arriverai ad Itaca
e la troverai piccola e povera o spoglia,
non dispiacerti delle lunghe fatiche e attese.
Itaca t’ha donato il cammino,
t’ha donato il viaggio e il ritorno:
Itaca il tuo amore lontano.
Quando infine a sera, seduta sulla soglia,
davanti al mare incantato di Itaca,
con occhi oceanici,
tirerai a riva le reti del tuo cammino,
un canto ti sgorgherà dal cuore,
e sarà come una preghiera di ringraziamento.