Rallentare per non fermarsi

Mi sono trovato a muovermi freneticamente fra le strade di una cittadina, passare da un negozio di verdure a una ferramenta, da un bazar cinese a un panificio e, al contempo, a continuare nella progettazione del mio prossimo futuro; prendere il bambino a scuola e poi il lavoro, la doccia, la cena… mi sono ritrovato quasi a correre su quei marciapiedi, percepivo il tempo scapparmi da sotto i piedi, la paura di non riuscire a adempiere a tutto quello che dovevo fare. L’affanno mi stava gestendo e sono diventato cieco, racchiuso nel velo della mia addomesticata mente produttiva-performativa.
Poi, ad un tratto, ho avuto un attimo di risveglio a me stesso, ho sentito l’alienazione, il malessere fisico della fretta e quello mentale della non consapevolezza; mi sono fermato.
Nell’urgenza della mia camminata mi sono reso conto della mia presenza vuota, efficiente e produttiva ma priva di connotati emotivi, priva di poesia. Ecco quello che succede quando il camminare diventa veloce e distratto, quando la meta da raggiungere sembra essere più importante del segmento terrestre su cui poggia il mio piede.

18 février 2020

Per Vivere invece abbiamo bisogno di rallentare e di cercare, prima di tutto, la qualità della visione dentro di noi. Una qualità che si palesa lentamente in tutta la sua ricchezza. La velocità ripetuta, prolungata, insensata, uccide il cammino e lo rende un insieme di passi privi di sacralità.
Volutamente allora ho rivolto l’attenzione ai miei piedi, gli appoggi; alle mie gambe, le leve; al mio bacino, la motrice; alla mia colonna, la presenza; alle mie spalle e alle mie braccia, la responsabilità e, al mio viso, l’accoglienza. Ho rivolto l’attenzione al respiro e mi sono detto: “Respira, osserva ciò che ti circonda e concediti di rallentare, questo è il momento di apprendere, questo è il momento per sentire, per rompere quel velo, per risvegliarsi. Non ci sono azioni da dover compiere, non c’è nulla che ti stai perdendo, che stai dimenticando, nulla che aspetta di essere fatto, non cadere di nuovo nel ‘sogno del pianeta’; è tutto qui, tutto ciò che è necessario che accada sta già accadendo, e tu lo sai, perché sei consapevole che l’esistenza nel suo splendore si manifesta esattamente così com’è nel lucido e accogliente momento presente. Questi istanti meditativi sono nutrimento puro, benessere assicurato”.
Con questo cambio qualitativo della mia energia interiore, con questo salto quantico nella presenza a me stesso, il mio corpo si è trasformato, l’ho percepito in modo diverso. Da qui ho ripreso a mettere i miei passi uno di fronte all’altro. Il cammino si è fatto più lento e armonioso, sono ritornato a sentirmi e a vedere, a cogliere e a nutrirmi della bellezza che mi ero fatto scappare. I miei risvegliati sensi hanno reso allora il cammino miracoloso, ho riacquistato il tempo e l’umanità, ho ritrovato ogni cosa nel suo posto, sono tornato ad essere e non a fare, a sentire e non essere travolto dal pensare… a sorridere della semplicità.
Imparare a fermarsi o a rallentare consapevolmente è essenziale alla trasformazione, qui la mente e l’anima possono comunicare e fondersi con più facilità. Tutto ciò che sta accadendo ora è il prodotto di ciò che io stesso ho creato.
È ora di scegliere dove stare, di prendere posizione. È ora di scegliere la natura, l’accoglienza e la semplicità, di tornare a camminare nei boschi, di respirare l’aria della mattina. Nutriti della tua mente libera e consapevole e del tuo cuore stabile e pacificato. Fidati di ciò che sei stat* in grado di compiere, fidati della saggezza nascosta sotto quei veli, rallenta per non fermarti.
Buon risveglio e buon cammino!

Nico Di Paolo