Recensione: Destinazione Santiago

Conosco Riccardo Finelli perché ho apprezzato il suo libro Coi binari fra le nuvole in cui racconta della sua camminata lungo la ferrovia dismessa Sulmona-Carpinone che collegava l’Abruzzo con il Molise passando sulla Majella. L’ho poi incontrato personalmente in un dibattito pubblico, è persona di ingegno, non per niente la sua scrittura spazia su temi diversi, dal giornalismo al reportage.

Luca Gianotti
23 décembre 2016

Nel suo nuovo libro Destinazione Santiago Finelli racconta del suo cammino a Santiago, lui stesso sapeva che non era una cosa molto originale, e quindi che la scommessa era alta. “Un altro libro di testimonianza del proprio cammino di Santiago?” avranno pensato in molti… Quindi Finelli sapeva che doveva smarcarsi dalla retorica, da luoghi comuni, anche a rischio di essere dissacrante.
Il suo libro è piacevole, ed è profondo e sincero. Il suo racconto è di chi si osserva, si vuol guardare dentro, e osserva gli altri pellegrini incontrati per caso, chi sono e cosa li spinge sul cammino? Spesso sono storie tristi, malattie, morti, separazioni. Anche Finelli ha un amico morto da poco, Mattia, con il quale dialoga per tutto il libro. Chiedendosi perché, quali sono i voleri di Dio. Finelli cerca la fede, in questo cammino. Sembra quasi trovarla, ma forse tornato a casa ritrova la sua solita vita, fatta di pochissimo tempo per sé, di un lavoro che lo fa correre, di una famiglia di cui si prende cura e che lo assorbe totalmente.

In copertina l’editore ha aggiunto la frase lancio “Come ritrovare se stessi sul cammino”. Ha ritrovato se stesso Riccardo Finelli?
In qualche modo si, anche senza trovare una fede profonda. E continuando a vivere nelle contraddizioni di cui noi uomini siamo intrisi, perché è bello saper convivere con le proprie contraddizioni. Un esempio: lungo il cammino Finelli parla con una donna della compostela, l’attestato finale da ritirare a Santiago, e disprezza il gesto, dice che lui non ha bisogno di ritirarla, non ci tiene. Poi, arrivato a Santiago, cambia idea, e fa di tutto per portarsi a casa quel foglio di carta, facendo riaprire l’ufficio che era chiuso.
Però il pregio del libro di Finelli è che non contiene tutta quella retorica di cui ormai si alimenta il Cammino di Santiago, anzi spesso ne svela le contraddizioni. Ecco un esempio, dal finale del libro:

“Un incontro sul Cammino spesso è un fuoco di paglia: la condivisione di uno stato d’animo o di un’angoscia che dura il tiro di una sigaretta sotto il cielo stellato delle Mesetas, di un sorso d’acqua all’ombra di un pioppo, o un pugno di chilometri macinati allo stesso passo. Un momento di confidenza intensissima e commovente, che spesso si dissolve senza un perché, ne momento in cui cambi passo o riprendi la marcia. Tanto che la stessa persona, rincontrata due ore dopo, ritorna a essere poco meno di un’estranea con la quale ci si scambiano sguardi al limite dell’imbarazzo”.

Anche questo è il Cammino di Santiago.

Riccardo Finelli – “Destinazione Santiago”, Sperling & Kupfer 2016 – 16 euro