Testa bassa a pedalare
« Bonjour Carlò, quand viens-tu à Paris?
Au cours de ces 44 années, François, je suis celui qui est venu plusieurs fois à Paris.
Oh mais alors, Carlo; on va se rencontrer en Corse comme en 1982 quand tu m’as donné à la Bocca di Soglia un morceau de chocolat et je t’ai donné des noisettes.
Ce sera peut être plus fatigant. Tu as 72 ans et moi 81.
Questo il recente dialogo fra me e François incontrato in Corsica sul GR20 nel 1982 quando su un valico ci scambiammo qualche cibo e soprattutto delle parole che ci legano ormai da 43 anni. La vacanza continuò con un camping “sauvage” marino a Tizzano e poi tanti incontri a Parigi e Roma.
12 août 2025
Mi rifaccio all’articolo dello scorso numero sul “Cammino” 307 per condividere pienamente le argomentazioni di Luca.
Recentemente mi sono ritrovato, accompagnando alcuni amici romani ad intercettare alcuni tratti del TMB Tour du Mont Blanc. Il mondo è cambiato in 15 anni! Erano gli inizi di luglio sulle valli Ferret e Veny nei pressi di Courmayeur. Navette gratuite strapiene che nemmeno si fermano, pullulare di camminatori con zaini stracolmi e numeri da far paura.
Ho accompagnato il tour per 13 anni a cavallo degli anni 2000 e tanta folla così non l’avevo mai vista nemmeno il 15 agosto! Uno scansarsi costantemente per dare od avere la precedenza, altro che 200 persone! Centinaia di francesi, coreani, giapponesi, americani, pochissimi italiani.
Bene si può dire: La gente cammina! Ma come? Come dice Luca. – Testa bassa e pedalare! Altro che incontri, chiacchiere, bagni nei laghetti. Testa bassa e tappe lunghe per guadagnare tempo, ma soprattutto testa bassa sullo smartphone con tracce gpx (il delirio di questi anni) su un tracciato evidentissimo, segnatissimo, e frequentatissimo. Calorie, chilometri, pressione sanguigna, dislivelli, battiti, SpO2 (saturazione dell’ossigeno), tutto nel cellulare o al polso. E sempre gli occhi lì. Mai alzati a guardare un panorama, una sosta per capire le montagne che ti circondano. Mai aprire una mappa! Ma chi ce l’ha? Mai il piacere di orientarla, inventarsi una deviazione, avere uno sguardo di insieme, scoprire le vette, i nomi, i ghiacciai, essere contraddetti, sentire o vedere quel seracco che crolla. Subito un’app che si apre e ti dice i nomi delle cime, magari sbagliate. Ma quella è la verità assoluta e non è possibile il contraddittorio.
Così va il mondo senza pezzetti di cioccolata, mandorle con sconosciuti e diventare… amici da una vita. »
Carlo Coronati (editore di mappe e guide, camminatore, accompagnatore)