Un cammino per l’indipendenza
«Un viaggio nella natura è bello anche perché si è lontani dal mondo civilizzato… perché allora appesantirsi con un telefonino a testa?». Molti di voi riconosceranno questa frase: si trova di solito nella scheda informativa “note” che ricevono i soci della Compagnia dei Cammini prima di una partenza. Un suggerimento che fino a oggi è stato proposto come raro privilegio: visto che comunque ogni strumento di telecomunicazione deve essere spento per regola durante le tappe, non c’è occasione migliore per passare una settimana veramente liberi dalle cose che col viaggio non c’entrano, e che in seguito potremo comprendere meglio proprio grazie a un periodo di distacco, con la mente davvero aperta su un mondo inaspettato.
19 Décembre 2025
In verità, alcuni di noi capirono fin dalla prima comparsa dei telefonini e dei GPS negli anni ‘90 che c’era in ballo ben altro che un po’ di tranquillità, e li esclusero subito dallo zaino. Chi aveva seria consuetudine col mondo selvatico percepì all’istante l’assurdità dell’andare in natura senza andarci davvero, cioè venendo guidati dai satelliti anziché dalla relazione personale con l’ambiente; volgendo l’attenzione ai contatti a cui telefonare o alle storie da postare invece che vivere senza trucchi l’immersione intima negli eventi. Perdere le relazioni dirette, sostituirle con la mediazione delle macchine e delle informazioni da esse prodotte, significa lasciar svanire la propria indipendenza di giudizio. Di più: significa avere sempre più paura di essere a tu per tu con nostra madre Terra, significa in definitiva smettere di amare. Significa sostituire l’amore per cui si è disposti a impegnare la vita con la pretesa, l’illusione, di una sicurezza impossibile. Ed ecco, nel giro di trent’anni, cos’è diventato il mondo, cos’è ormai l’umanità.
Sta per finire un anno in cui la Rete che ha catturato tutti ha mostrato il suo vero volto anche a chi si era sempre rifiutato di guardarlo, illudendosi di essere libero. Ormai è tardi per liberare la vita quotidiana e lavorativa dal controllo dell’algocrazia – il potere detenuto dagli algoritmi e dai loro gestori milli-miliardari -; eppure, o perciò, il tempo che dedichiamo al cammino può assumere un valore che mai ha avuto prima, se la rete scegliamo di strapparla almeno in quei giorni, se riconquistiamo in semplicità il nostro rapporto solo umano con la realtà. Camminare sulla Terra, ed essere indipendenti: ci pensate a che rivoluzione è diventata una cosa del genere?
Forse da qui è ancora possibile ripartire per ricreare un mondo vivibile. Tenere in vita un tempo complementare, dove ci togliamo di dosso le protesi-guida, e impariamo di nuovo che saper guidare se stessi è perfettamente umano. E magari, nel farlo, perdessimo ogni tanto la strada! Potremo cercarla assieme, collaborando tra noi, come si cerca un tesoro perduto da molto tempo, per ritrovarci uniti in autentica compagnia in un luogo inaspettato. Chiedetelo voi stessi a chi vi guida in cammino: spegniamo tutto, non postiamo niente! All’orizzonte vogliamo vedere l’indipendenza.
Franco Michieli
