Wilderness in Italia. A piedi nei luoghi del silenzio

Valentina Scaglia è giornalista, ma prima di tutto è appassionata di camminare. E ama i luoghi del silenzio, ha dedicato tanto tempo a camminare tra valli abbandonate dall’uomo, paesi fantasma, conoscendo nuovi eremiti, ma soprattutto attraversando a piedi quelle aree wilderness che ancora resistono in Italia. Sono piccole macchie verdi, ma sono tante, dalla Val Grande all’Aspromonte, dalle Dolomiti Bellunesi alle Foreste casentinesi, dall’Orsomarso al Supramonte. Wilderness, parola intraducibile in italiano (potrebbe essere “selvaggità”) significa natura selvaggia, dove la presenza dell’uomo è rara e saltuaria. Ovviamente le grandi wilderness sono quelle di paesi come l’Alaska, in Italia sono pochi chilometri quadrati. Ma sono sufficienti per vivere piccole avventure di immersione nel lato selvatico. Nel libro appena pubblicato Valentina Scaglia dedica anche un capitolo a come diventare selvatici, quindi a quale attrezzatura portare nelle proprie esplorazioni, cercando di alleggerire il più possibile lo zaino, ed essere ultraleggeri.

Luca Gianotti
28 juillet 2016

Alle informazioni pratiche seguono 11 capitoli dedicati ad altrettante aree wilderness italiane, di ogni luogo l’autrice ci dà una descrizione dettagliata, qualche aneddoto come l’incontro con personaggi solitari, e una o due schede descrittive per esplorare l’area con traversate ed escursioni.

Concludo riflettendo sul fatto che esistono due approcci diversi all’esplorazione. C’è chi va alla ricerca dei luoghi più selvaggi, i luoghi del silenzio, e c’è invece chi esplora i territori apparentemente perduti per sempre al cammino, le tangenziali, le pianure, le aree industriali e le lottizzazioni piene di outlet. Lo scrittore Wu Ming 2 ci avverte e ci insegna una cosa importante: non ritiriamoci come pellerossa in riserve indiane, piccole oasi di natura dove camminare lasciando il 99% del territorio ni mano agli speculatori. Combattiamo in difesa dell’ambiente camminando dovunque, perché camminando e aprendo cammini mettiamo bandierine a nostro favore. Questo nulla toglie al lavoro di Valentina Scaglia, che è prezioso perché è la prima opera di questo genere e potrà essere utile a tanti esploratori alla ricerca del proprio lato selvatico.